L'esecutivo dell'Ue e le principali aziende farmaceutiche hanno discusso le preoccupazioni sui potenziali dazi statunitensi. Trump ha accennato a tariffe doganali in arrivo nel settore
I rappresentanti del settore farmaceutico hanno invitato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a ridurre le barriere non tariffarie e a cercare un accordo negoziale con gli Stati Uniti, durante una videochiamata martedì, secondo quanto riferito da fonti a conoscenza della discussione.
Il settore farmaceutico non è stato incluso nei dazi decisi dal presidente Usa, Donald Trump, grazie a esenzioni che riguardano anche rame e semiconduttori, componenti e ricambi di settori strategici e alcuni materiali come terre rare e legname.
Tuttavia, la Commissione ha avvertito che le tariffe potrebbero essere imposte in futuro. Martedì sera, intervenendo a un evento del National Republican Congressional Committee, Trump ha detto che la sua amministrazione annuncerà presto nuovi "grandi dazi" sui prodotti farmaceutici importati, senza dare altri dettagli.
Bayer, Nordisk, Roche e Sanofi nella chiamata con von der Leyen
Secondo le fonti interpellate da Euronews, alcune tra le principali aziende farmaceutiche europee erano presenti alla riunione. Si tratta della danese Novo Nordisk che produce il farmaco per la perdita di peso Ozempic popolare negli Stati Uniti, della tedesca Bayer, della francese Sanofi e della svizzera Roche.
Le aziende statunitensi che operano in Europa non sono state invitate all'incontro, nonostante la loro significativa presenza nel continente.
Tra gli altri partecipanti, le associazioni di categoria del settore come Efpia ed Eucope, Medicines for Europe che rappresenta il settore dei farmaci generici ed EuropaBio che rappresenta le aziende biotecnologiche.
Le esportazioni di farmaci dall'Ue agli Usa valgono 117 miliardi di euro
Per la Commissione l'idea era di avere un "dialogo strategico" con gli attori del settore farmaceutico in modo da identificare risposte a eventuali azioni future degli Stati Uniti.
Secondo le fonti, dalla riunione sono emerse forti preoccupazioni per le conseguenze di dazi statunitensi, in particolare i danni ai pazienti europei e americani a causa dell'interruzione delle catene di approvvigionamento integrate a livello globale e della perdita di disponibilità di farmaci vitali.
Tra i paesi più vulnerabili a tariffe doganali sui farmaci c'è l'Irlanda, che ospita importanti attività produttive di giganti farmaceutici statunitensi come Pfizer, Johnson & Johnson, Eli Lilly, Bristol-Myers Squibb e AbbVie.
Altri importanti esportatori di prodotti farmaceutici e biotecnologici sono Danimarca, Belgio e Germania.
Nel 2024, i prodotti farmaceutici hanno rappresentato la maggiore importazione per settore degli Usa dall'Unione europea, per un totale di 127 miliardi di dollari (117 miliardi di euro), incluso dall'Italia che esporta molta parte della sua produzione di farmaci.
Questo flusso commerciale è ora a rischio di interruzione, con conseguenze potenzialmente gravi sia per i pazienti che per le imprese.
"Anche con l'attuale esenzione, qualsiasi tariffa che venisse applicata avrebbe un impatto significativamente negativo su questo settore innovativo e sui pazienti, a causa della natura globale delle catene di approvvigionamento", ha dichiarato EuropaBio in un comunicato dopo l'incontro.
L'Efpia ha avvertito che l'imposizione di dazi ridurrebbe gli incentivi a investire in Europa e incoraggerebbe le aziende a spostare le attività negli Stati Uniti. Per rimanere competitiva, "l'Europa deve rafforzare, e non indebolire, il proprio quadro normativo in materia di proprietà intellettuale", hanno affermato i membri dell'Efpia in una dichiarazione.
Gli operatori del settore hanno dunque chiesto alla Commissione di cercare una soluzione negoziata con Washington e promuovere un mercato farmaceutico transatlantico più cooperativo e competitivo.
Dialogo strategico della Commissione su farmaci e possibili dazi
L'incontro è stato il primo dialogo strategico di questo tipo che la Commissione ha tenuto con il settore farmaceutico. Tale approccio è ormai un segno distintivo dell'approccio dell'Ue nell'elaborazione delle politiche, inizialmente sperimentato con gli agricoltori europei e poi allargato a settore come l'automobile e la siderurgia.
La Commissione europea ha confermato che continuerà a rimanere in stretto contatto con l'industria farmaceutica per garantire la protezione dei pazienti, dei lavoratori e delle imprese durante questo periodo di volatilità, segnalando l'inizio di una partnership più stretta.
La creazione di questo canale potrebbe anche aprire la strada alla riapertura delle discussioni sul pacchetto farmaceutico dell'Ue, attualmente in fase di stallo al Consiglio dell'Ue.
I partecipanti all'invito hanno chiesto esplicitamente la semplificazione della regolamentazione, in particolare per quanto riguarda la protezione della proprietà intellettuale, un tradizionale punto di discordia nella revisione delle norme farmaceutiche dell'Ue.