A Lisbona la scuola delle future leader

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Di Andrea Buring
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Come può una giovane donna prepararsi a diventare leader? È l'obiettivo della Summer School for Female Leadership.

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Trovare donne in posizioni dirigenziali purtroppo ancora oggi non è qualcosa di scontato. La prima Summer School for Female Leadership punta a promuovere le giovani speranze. A Lisbona imparano a programmare, a parlare con sicurezza in pubblico e a lavorare sulla loro carriera.

Una futura leader per ogni paese Ue

Sono curiose, ambiziose e vengono da tutti i paesi dell'Unione europea: sono le 27 partecipanti della Summer School for Female Leadership.

Queste giovani donne, dai 18 ai 24 anni di età, partecipano a un ambizioso programma di una settimana che stimola ad acquisire le competenze necessarie alla leadership. Ad esempio il team building, attraverso attività come la caccia al tesoro, o una lezione in una delle scuole di programmazione più innovative del Portogallo. La danese Anne Harrit si considera una privilegiata per aver avuto quest'opportunità.

"Nella domanda di ammissione alla Summer School ho scritto che vorrei usare alcune delle competenze che impariamo qui per farmi strada nel mondo dell'informatica", racconta.

Oltre ad Anne, che in Danimarca lavora per una ong, altre 1.224 giovani europee hanno fatto domanda di ammissione. Un lavoro non facile per la giuria incaricata di scegliene 27, una per ogni paese dell'Unione europea.

Trovare il team giusto

Oggi le donne coprono meno del 20 per cento dei posti di lavoro nel settore tecnologico. L'obiettivo della Summer School è correggere questo squilibrio. Sono quindi state invitate a condividere la loro esperienza relatrici di alto profilo e fondatrici di start-up, come Dora Palfi, Ceo di Imagilabs, che ci dà questo consiglio: "Trova un problema che vuoi risolvere e trova persone con cui vuoi lavorare. Nel mio caso si tratta del mio team, le mie cofondatrici. Abbiamo tutti delle giornate no, se siamo a disposizione l'una dell'altra, facendoci complimenti a vicenda, ci facciamo forza, e questa è stata la cosa più preziosa".

Prendere la parola in pubblico, programmazione, algoritmi, sicurezza informatica, ma anche corsi di benessere e attività di svago come la ceramica. Impossibile annoiarsi. Ma oltre alle competenze, che cosa rende davvero tale un leader o una leader?  Risponde l'ex eurodeputata Beatriz Becerra, coordinatrice della giuria: "Si è leader dando il buon esempio, con le azioni. È su questo che devono concentrarsi. Perché vi confluiscono molte cose: il lavoro di squadra, la capacità di una visione strategica, l'organizzazione, molte cose".

Una rete europea di future leader

Per sviluppare queste capacità, le ragazze sono state divise in tre gruppi per dimostrare la loro disponibilità al compromesso e a pensare in modo innovativo. Anne è la leader del suo gruppo. Per la francese Aminata Dembele, studentessa di lingue, che dice di essere timida, non è facilissimo: "È un po' complicato, perché non ci conosciamo bene, allora abbiamo imparato a conoscerci, ci siamo date delle idee, ci siamo aiutate fra noi, il che è fondamentale. E visto che abbiamo solo due ore per creare un progetto, ci siamo davvero date da fare, e mi è piaciuto molto".

Il compito dei gruppi è elaborare una strategia per costruire una rete europea di future leader. La Summer School non vuole lasciare indietro nessuna. L'iniziativa è organizzata dalla società cinese Huawei con l'obiettivo di colmare il divario di genere. La direttrice del programma, Berta Herrero, spiega: "La visione di Huawei per la leadership femminile è quella di un mondo in cui tutti abbiano uguali opportunità per essere leader. Stiamo sostenendo proattivamente queste ragazze in tutto il mondo e soprattutto in Europa, perché possano essere leader come lo sono in questa summer school, acquisendo le conoscenze di cui hanno bisogno per dare forma all'era digitale".

Tutte vincitrici, tutte vincenti

E il premio per il miglior progetto va... al gruppo di Anne, che ha trovato un modo per interagire con le giovani donne di tutta Europa che aspirano a diventare leader. Lei commenta: “Penso che chiunque di noi avrebbe potuto avere il titolo di capogruppo, non credo di avere nulla di eccezionale. Ma credo davvero di aver imparato ad ascoltare, a incoraggiare le idee altrui e anche a trovare compromessi".

E dopo una settimana di duro lavoro, tutte le partecipanti si sentono in qualche modo vincitrici. E, soprattutto, vincenti. Come Aminata, che conclude: "So di poter essere una leader e anche avere una famiglia. È tutto ciò di cui ho bisogno. Voglio essere una leader e ora ci darò dentro".

Dopo il successo della prima Summer School for Female Leadership, l'appuntamento è per l'anno prossimo.

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