Il piccolo presentava una situazione gravissima, ma un intervento chirurgico effettuato alla Città della Salute e della Scienza di Torino con sistemi ultra-moderni gli ha permesso di non perdere l'uso dell'occhio destro
Si chiama Asaad, ha otto anni e viene dalla Striscia di Gaza. È arrivato pochi giorni fa all'ospedale Molinette di Torino grazie a una missione della Regione Piemonte e del ministero degli Esteri "Food for Gaza", dopo che una bomba gli ha amputato la gamba destra, provocato gravi ustioni sul corpo e la perdita della vista dall'occhio destro.
Una lunga e delicata operazione chiurugica
In quel raid israeliano, Asaad ha perso anche la mamma e la sorellina. Accompagnato dal papà e dal fratellino presso la struttura sanitaria torinese, è stato sottoposto a una delicata e lunga operazione chirurgica, finalizzata ad evitare che quell'occhio rimanga definitivamente compromesso. Secondo quanto spiegato dal personale medico, si è trattato di un intervento reso possibile dalle tecniche più moderne.
“La condizione clinica oculare - spiega l'azienda ospedaliera in un comunicato - è apparsa subito gravissima: diverse schegge dell'ordigno avevano investito il viso e l'occhio, provocando ferite a tutte le strutture oculari: cornea, iride, cristallino, vitreo e retina con l'ingresso di corpi estranei che erano arrivati anche a colpire la porzione centrale della retina posteriore”.
Il chirurgo: "Intervento estremamente complicato sull'intero occhio"
Michele Reibaldi, direttore dell'Oculistica universitaria che ha eseguito l'operazione ha spiegato che si tratta di un tipo di approccio "estremamente complicato. Una chirurgia definita 'pole to pole', proprio perché si deve lavorare su tutto l'occhio dall'estremità anteriore a quella posteriore. Si è proceduto inizialmente riparando tutte le ferite alla sclera ed alla cornea provocate dall'ingresso delle schegge. Successivamente si è realizzata una ricostruzione della parte anteriore dell'occhio con una plastica dell'iride deformato dalle ferite, la rimozione della cataratta traumatica aperta e l'inserimento di una particolare lente intraoculare artificiale che si usa nei casi come questo, in cui non esiste più il supporto naturale del cristallino”.
Infine, la parte più complicata: “La vitrectomia per rimuovere l'emorragia nella parte posteriore provocata dal trauma ed asportare i corpi estranei presenti nel vitreo e sulla retina posteriore vicino alla zona maculare", prosegue il chirurgo.
Altri due bambini in cura a Torino nell'ambito del programma "Food for Gaza"
Una storia drammatica ma, almeno parzialmente, a lieto fine: “Ora Asaad sta molto bene - conclude Reibaldi -. Grazie a questo intervento potrà conservare il suo occhio e la vista. Il sorriso che ci ha regalato il giorno dopo l'intervento, appena gli è stata rimossa la benda, è stata una gioia immensa e una speranza per il futuro”.
Il piccolo è arrivato da Gaza assieme ad altri due bambini, che sono stati ricoverati all'ospedale pediatrico Regina Margherita.