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L'Unione europea ai colloqui sul nucleare iraniano di Ginevra

L'E3 - Francia, Germania e Regno Unito - ha avuto un ruolo centrale in questi colloqui nell'impegno diplomatico con l'Iran.
L'E3 - Francia, Germania e Regno Unito - ha avuto un ruolo centrale in questi colloqui nell'impegno diplomatico con l'Iran. Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Gerardo Fortuna
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Nonostante la probabile assenza dai negoziati formali di venerdì a Ginevra, l'Unione Europea è aperta al dialogo nel tentativo di influenzare il prossimo ciclo di colloqui sul nucleare tra i ministri degli Esteri francese, tedesco e britannico e la loro controparte iraniana

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I ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito, noti collettivamente come E3, incontreranno venerdì a Ginevra il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi per discutere del programma nucleare iraniano.

Sebbene l'Ue abbia storicamente svolto un ruolo chiave nei negoziati con l'Iran, sembra improbabile che partecipi ai colloqui formali.

Incerta la presenza di Kallas venerdì a Ginevra

Alla domanda di Euronews, se l'alta rappresentante per gli Affari esteri dell'Ue Kaja Kallas parteciperà ai colloqui, un portavoce della Commissione europea non ha dato una chiara conferma.

"Abbiamo sempre espresso la nostra apertura al dialogo e ai negoziati. Quando questo dialogo avverrà, vi informeremo", ha detto il portavoce, lasciando aperta la possibilità di un invito dell'ultimo minuto.

Prima dell'incontro E3-Iran, i ministri europei dovrebbero comunque incontrare Kallas presso la missione permanente della Germania a Ginevra, una mossa che evidenzia i continui sforzi dell'Ue per coordinare e facilitare la diplomazia, anche se indirettamente.

Il ruolo di Bruxelles nei negoziati sul nucleare iraniano

Bruxelles ha svolto a lungo un ruolo centrale nei negoziati sul nucleare iraniano, in particolare attraverso l'Alto rappresentante per gli affari esteri nel più ampio formato Ue+3 - che un tempo includeva altri Paesi come Stati Uniti, Russia e Cina.

Nell'ambito del Piano d'azione congiunto globale (Joint Comprehensive Plan of Action, Jcpoa) del 2015, l'accordo nucleare mediato dalle Nazioni Unite e finalizzato alla revoca delle sanzioni in cambio del rispetto degli obblighi nucleari da parte dell'Iran, l'Ue ha svolto un ruolo fondamentale di facilitatore e custode dell'attuazione dell'accordo.

Sotto la precedente amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, Washington si è ritirata dal Jcpoa.

I prossimi colloqui dovrebbero rilanciare il dialogo alla luce dell'escalation del conflitto e convincere l'Iran a fornire garanzie credibili che il suo programma nucleare rimanga esclusivamente di natura civile.

Ma negli ultimi mesi l'influenza delle parti europee si è affievolita. L'ultimo incontro E3-Iran si è tenuto a gennaio, poco prima che Trump assumesse l'incarico. I successivi colloqui indiretti tra Stati Uniti e Iran, mediati dall'Oman, non hanno prodotto risultati e il sesto round previsto è stato cancellato dopo gli attacchi militari israeliani all'Iran.

Le ambizioni diplomatiche dell'Ue

Sebbene questa volta non sia direttamente coinvolta, l'Ue ha cercato di intraprendere la strada diplomatica dietro le quinte, per provare a colmare le divisioni tra i Paesi europei e persino tra Europa e Stati Uniti.

La presenza dell'Ue nei colloqui è visibilmente diminuita dopo il mandato dell'ex alta rappresentante Federica Mogherini, che è stata un importante architetto e una convinta sostenitrice dell'accordo del 2015.

Nonostante la sua visibilità limitata, l'Ue spera che i suoi sforzi di coordinamento possano ancora influenzare l'esito dei colloqui o almeno tenere aperta la porta a una nuova diplomazia multilaterale sul dossier nucleare iraniano.

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