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Italia, governo Meloni approva decreto sicurezza: tutele maggiori per forze dell'ordine e militari

La polizia italiana sorveglia i tifosi dell'Eintracht Francoforte davanti allo Stadio Olimpico di Roma in occasione del match di Europa League contro la Roma (30 gennaio 2025)
La polizia italiana sorveglia i tifosi dell'Eintracht Francoforte davanti allo Stadio Olimpico di Roma in occasione del match di Europa League contro la Roma (30 gennaio 2025) Diritti d'autore  AP Photo
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Di Gabriele Barbati
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il Consiglio dei Ministri ha esaminato e approvato venerdì il testo in cui è confluito il disegno di legge sulla sicurezza esaminato dal Parlamento. "Maggior rigore contro chi delinque e molte altre misure a tutela della sicurezza dei cittadini", commenta la premier Giorgia Meloni

Il governo italiano ha approvato venerdì un decreto sicurezza che prevede, tra le altre cose, tutele aggiuntive per il personale di polizia e militare nell'esercizio delle proprie funzioni.

Nel testo, licenziato dal Consiglio dei Ministri, è confluito il disegno di legge sulla sicurezza sotto esame del Parlamento e i correttivi sollecitati dalla presidenza della Repubblica.

Cosa prevede il nuovo decreto sicurezza in Italia

Agenti di polizia e i militari, che dovessero essere indagati o imputati per atti commessi o fatti accaduti mentre in servizio, potranno continuare a lavorare e le eventuali spese legali saranno a cario dello Stato, fino a un massimo di 10mila euro per ogni fase del procedimento.

"È una scelta di cui ci assumiamo la responsabilità, consapevoli che era prioritario dare risposte ai cittadini e assicurare ai nostri uomini e alle nostre donne in divisa le tutele che meritano", ha commentato la premier Giorgia Meloni, la cui maggioranza ha spesso espresso vicinanza alla forze di sicurezza quando coinvolte in scontri con manifestanti o incidenti verificatisi in passato.

"Ecco perché, d'accordo con Antonio Tajani e Matteo Salvini, abbiamo deciso di trasformare il testo del pacchetto sicurezza attualmente all'esame del Parlamento, comprese le migliorie che vi ho appena ricordato, in un decreto-legge, che quindi sarà immediatamente operativo ed entrerà subito in vigore", ha aggiunto la premier menzionando i suoi due vice.

Le tutele previste per le forze dell'ordine non sono il cosiddetto "scudo penale" che era stato fortemente criticato dalle opposizioni.

Nel testo varato dal governo è stato tolto l'obbligo di dare informazioni ai Servizi segreti, per esigenze di sicurezza nazionale, pensato per le pubbliche amministrazioni, società partecipate e controllate e le università.

È stata modificata la stretta sulla coltivazione della cannabis, inserendo una deroga al divieto assoluto di produzione e commercializzazione della canapa.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, presentando il provvedimento, ha menzionato anche misure per facilitare lo sgombero di immobili occupati e contro le truffe agli anziani e alle persone vulnerabili.

Sono state definite, inoltre, misure specifiche anti-borseggio e anti-accattonaggio dei minori e contro chi blocca una strada o una ferrovia e le condotte di resistenza a pubblico ufficiale nelle carceri e nei Centri per il rimpatrio dei migranti.

Tra i punti più contestati del provvedimento c'è l'introduzione dell'obbligo e non più della facoltà del giudici di applicare la custodia cautelare di una donna incinta o con figli di meno di un anno di età, per quanto in un istituto di custodia attenuata e valutando prioritariamente le esigenze del minore.

Proteste a Roma contro il decreto sicurezza

Le forze dell'ordine si sono scontrate nel pomeriggio di venerdì con i manifestanti che cercavano di farsi strada in piazza del Pantheon verso Palazzo Chigi, la sede dell'esecutivo.

Il presidio in piazza è stato organizzato dalla Rete Nazionale No Ddl Sicurezza che ha chiamato a raccolta attivisti, vari movimenti ed esponenti di partiti dell'opposizione e dei sindacati.

"Noi respingiamo la caratterizzazione di 'provvedimento securitario'", ha dichiarato in una conferenza stampa il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, "abbiamo recepito le questioni emerse dal dibattito parlamentare, il Parlamento sarà sempre il giudice ultimo visto che ci son ora due mesi di tempo per approvarlo".

"Nessuna compressione della volontà del Parlamento", ma dopo un anno e mezzo di discussione, "il provvedimento era andato troppo per le lunghe".

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