La leader della destra francese ha parlato al telegiornale delle 20 di TF1 dopo essere stata condannata per appropriazione indebita di fondi pubblici. Le Pen ha accusato la sentenza come degna di un regime, incassando il sostegno del partito e della destra mondiale, dagli Stati Uniti all'Italia
Marine Le Pen ha definito la condanna a 4 anni di reclusione subita a Parigi lunedì per appropriazione indebita "una decisione politica" e la pena accessoria dell'ineleggibilità per 5 anni una "violazione dello Stato di diritto".
La leader del Rassemblement National (Rn) ha parlato al telegiornale della sera del canale francese TF1, affermando che i francesi non potranno votare a questo punto per il loro candidato "preferito alle elezioni presidenziali" del 2027.
La politica francese, 56 anni, ha criticato l'entità della pena inflitta e confermato l'intenzione subito espressa dal suo avvocato di ricorrere in appello, per quanto l'interdizione da cariche pubbliche non dovrebbe essere appellabile.
Le Pen ha anche detto che la vicenda ricorda "pratiche che pensavamo fossero riservate ai regimi autoritari" e che, tuttavia, non marca "in alcun modo il suo ritiro dalla vita politica".
Qual è la condanna di Marine Le Pen
Il volto storico della destra francese è stato indagato insieme a 24 tra funzionari e dipendenti dell'allora Front National per avere utilizzato per attività interne al partito, nel 2004-2016, dei fondi pubblici destinati agli assistenti dei parlamentari europei.
Le Pen è stata condannata per appropriazione indebita a quattro anni di reclusione, di cui due sospesi e due in regime di braccialetto elettronico, a una multa di 100mila euro e a cinque anni di ineleggibilità. Degli altri imputati, tra cui diversi ex europarlamentari, 23 sono stati condannati a varie pene e multe.
Le conseguenze di questa sentenza sono di vasta portata per la politica francese. Stante la situazione attuale, Marine Le Pen non potrà presentarsi alle elezioni presidenziali del 2027.
Dopo l'annuncio del verdetto, la leader dell'estrema destra francese e lo staff dell'Rn si sono incontrati presso la sede del partito a Parigi. Il presidente del partito, Jordan Bardella, ha denunciato la sentenza come "uno scandalo democratico", affermando che "una parte del sistema giudiziario" sta cercando di "impedire con ogni mezzo l 'ingresso di [Le Pen] all' Eliseo".
L'Rn ha chiesto dunque una "mobilitazione popolare e pacifica" dei suoi elettori e ha pubblicato una petizione di sostegno sul sito web del partito. "La dittatura dei giudici [...] vuole impedire al popolo francese di esprimersi", si legge nel testo.
Le Pen ha assicurato che, sebbene “Jordan Bardella sia una risorsa formidabile” anche in caso di corsa alla presidenza, “spero che non dovremo usarla prima del necessario”.
Un sondaggio di Odoxa-Backbone per Le Figaro ha rilevato che la maggioranza dei francesi (61 per cento) e dei sostenitori dell'Rn (57 per cento) ritiene che la sentenza del tribunale non sia un ostacolo dal punto di vista politico, perché Jordan Bardella è più popolare di Le Pen, e per una parte di questi potrebbe essere addirittura l'occasione per il partito di "voltare pagina".
Reazioni in Francia e nel mondo
"Le minacce rivolte ai magistrati del Tribunale di Parigi sono inaccettabili in una democrazia e preoccupanti per l'indipendenza dell'autorità giudiziaria", ha scritto su X il ministro della Giustizia francese, Gerald Darmanin, difendendo i giudici.
I leader della destra sovranista europea invece hanno subito reagito con veemenza. "Je suis Marine" ha scritto subito su X Viktor Orbán, primo ministro ungherese e uno degli alleati di lunga data di Le Pen.
"Non lasciamoci intimidire! Avanti tutta, amica mia!", ha scritto in un comunicato il leader della Lega e vicepresidente del Consiglio italiano, Matteo Salvini, alle prese nel recente passato con i propri guai giudiziari.
Nei Paesi Bassi, il leader del Partito della Libertà, Geert Wilders, si è detto "scioccato" dal verdetto "estremamente duro" contro Marine Le Pen.
Il Dipartimento di Stato degli Usa ha definito da parte sua "preoccupante" questa "esclusione di un candidato dal processo politico" e ha accostato il caso giudiziario di Le Pen alla "guerra legale" mossa contro il presidente americano Donald Trump.
Elon Musk, da parte sua, ha parlato di un abuso del "sistema legale" da parte della "sinistra radicale".
Anche la Russia di Vladimir Putin ha espresso il suo sostegno. "Sempre più capitali europee imboccano la strada della violazione delle norme democratiche", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.