Brigitte Haas sarà il primo capo di governo donna della ricca municipalità dopo che il suo partito, l'Unione patriottica, ha vinto le elezioni di domenica
In Liechtenstein sta per entrare in carica la prima premier donna dopo che l'Unione della patriottica, partito conservatore di Brigitte Haas, ha vinto le elezioni generali nel piccolo principato alpino.
Il partito di Haas ha ottenuto il 38,3 per cento dei voti nelle elezioni legislative di domenica a Vaduz, con un leggero aumento rispetto alle ultime elezioni di quattro anni fa, quando aveva ottenuto il 35,9 per cento. Il partito ha così ottenuto un numero invariato di dieci seggi nel Parlamento del Paese, composto da 25 membri.
L'Unione patriottica ha tradizionalmente formato coalizioni con il Partito progressista dei Cittadini (Fbp), che ha visto il suo sostegno scendere al 27,5 per cento nelle elezioni, dal 35,9 per cento del 2021, e ha perso tre dei suoi dieci seggi. L'affluenza complessiva è stata del 76,3 per cento, con 16.171 schede scrutinate.
In Liechtenstein le donne possono votare solo dal 1984
Il Liechtenstein ha sempre avuto solo primi ministri uomini da quando questa carica è stata introdotta nel 1921. Haas, avvocata e amministratrice delegata della Camera di Commercio e dell'Industria del Paese, dovrebbe succedere a Daniel Risch, membro del suo stesso partito che ha deciso di non cercare un altro mandato, il 20 marzo.
Le donne in Liechtenstein hanno ottenuto il diritto di voto solo nel 1984, diventando così l'ultimo Paese in Europa a concedere il suffragio universale.
Incastonato tra l'Austria e la Svizzera, il microstato germanofono di circa 40mila persone è una monarchia ereditaria costituzionale, il che significa che la legislazione governativa richiede l'assenso del capo di Stato, il principe Hans-Adam II. Il principe regnante ha il potere di porre il veto sui risultati dei referendum, di nominare i giudici e di licenziare il governo.
Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale (Fmi, il Paese ha il secondo reddito pro capite più alto d'Europa, dopo Monaco, con 191mila euro, grazie soprattutto all'industria manifatturiera e al settore finanziario.