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Elon Musk ha fatto il saluto nazista all'insediamento di Trump?

Elon Musk gesticola mentre parla a un evento al chiuso della parata presidenziale a Washington, lunedì 20 gennaio 2025.
Elon Musk gesticola mentre parla a un evento al chiuso della parata presidenziale a Washington, lunedì 20 gennaio 2025. Diritti d'autore  AP/AP
Diritti d'autore AP/AP
Di Mared Gwyn Jones
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Gli storici si dividono sul significato del gesto di Musk, che ha ottenuto le lodi di un enorme numero di gruppi neonazisti negli Stati Uniti

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In molti si chiedono se quello che Elon Musk ha fatto durante l'insediamento del presidente degli Stati Uniti Trump sia un saluto nazista o un gesto ad effetto.

Musk sarà a breve capo del dipartimento per l'Efficienza del governo Trump, creato per razionalizzare le spese federali. Nella giornata d'insediamento del suo presidente, ha salutato la folla battendosi il petto prima di allungare enfaticamente il braccio destro in avanti, con il palmo rivolto verso il basso. Il gesto è stato ripetuto due volte.

I critici del miliardario sudafricano, ma anche diversi gruppi di suprematisti, ci vedono un saluto romano. Lo stesso Musk e il suo rappresentante italiano Andrea Stroppa invece pensano sia un segno di affetto alla folla, magari un po' impacciato.

Due storici hanno escluso l'idea che Musk stesse emulando intenzionalmente il saluto romano e quello "nazista".

Come nascono il saluto romano e quello nazista?

Nel saluto romano il braccio destro viene esteso verso l'alto, con il palmo rivolto verso il basso e le dita unite.

Fu adottato come saluto dai fascisti da Benito Mussolini e imposto come gesto ufficiale con un regio decreto del 1925. Non esistono prove concrete a sostegno delle affermazioni di Mussolini e del suo entourage, secondo cui il saluto avrebbe origine nell'antica Roma.

Il saluto fu poi adottato dalla Germania nazista come segno di fedeltà ad Adolf Hitler.

Il "Pledge of Allegiance" degli Stati Uniti, in cui gli americani giurano fedeltà alla loro bandiera, era originariamente accompagnato dal "saluto di Bellamy". Un gesto che aveva un'inquietante somiglianza con quello romano.

Il saluto di Bellamy fu proibito dal Congresso degli Stati Uniti nel 1942 e sostituito con il gesto della mano sul cuore, per timore che venisse scambiato per un gesto esaltazione del nazi-fascismo.

Come viene usato oggi?

Oggi il saluto romano rimane uno dei simboli più riconoscibili dell'ideologia nazista e il suo uso è illegale in molti Paesi europei: fra questi ci sono Germania, Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia.

È stato adottato anche da gruppi neofascisti moderni.

Ogni anno, in Italia i saluti fascisti vengono eseguiti in occasione di celebrazioni del Regime, insieme al sinistramente noto "Presente!".

La Corte Costituzionale ha stabilito che il saluto non è un reato, a meno che non metta in pericolo l'ordine pubblico o sia fatto nel contesto di "ricostituzione del defunto partito fascista".

Lo storico: "Musk e Trump agiscono in una zona grigia"

Parlando con Euronews, Roger Griffin, professore emerito di storia moderna ed esperto di studi sul fascismo, ha descritto il gesto di Musk come "una zona grigia tra un gesto deliberatamente glorificante e uno spontaneo".

"Si tratta di un'esibizione di celebrazione con basi ideologiche", ha aggiunto Griffin. "Non fa di Musk un fascista politico, ma mostra comunque come lui sia d'accordo con le idee megalomani di Trump".

Griffin ha spiegato che né Musk né Trump possono considerati fascisti. Questo nonostante diversi aspetti della loro politica siano di stampo fascista: la xenofobia e il disprezzo dello Stato di Diritto, per esempio.

"È sbagliato considerare Trump o Musk fascisti, perché il fascismo punta a un nuovo ordine mondiale. Tuttavia, entrambi stanno lavorando per erodere la democrazia, rendendola illiberale e la inumana", ha spiegato.

Musk non è un fascista, ma mette a rischio la democrazia

Lo storico Richard Evans ha dichiarato a Euronews che il gesto di Musk non è un gesto nazista, in quanto lo sguardo segue la mano anziché guardare dritto davanti a sé.

Ha anche sottolineato che Trump "non è un fascista" in quanto non condivide il desiderio fascista di "militarizzare la società" e conquistare i Paesi confinanti.

"Detto questo, il pericolo per la democrazia è evidente. Sono a rischio la verità, la giustizia e eguaglianza", ha aggiunto Evans.

Sul saluto nazista di Musk, la politica si divide

Jared Hold, ricercatore senior presso l'Institute for Strategic Dialogue, ha dichiarato all'Ap di essere scettico sul fatto che Musk abbia agito di proposito. Secondo lui, "questo autosabotaggio non avrebbe alcun senso".

Altri invece dicono che Musk sapeva esattamente quello che stava facendo. Ruth Ben-Ghiat, docente di storia alla New York University, ha scritto che "si trattava di un saluto nazista e anche molto aggressivo".

Non hanno condannato il gesto gli alleati di Musk e altri gruppi, tra cui l'Anti-Defamation League (Adl). Una scelta, quest'ultima, che ha spiazzato tutti: la Adl nasce per la lotta all'antisemitismo. La politica democratica Alexandria Ocasio-Cortez ha accusando l'organizzazione di "difendere un gesto che è chiaramente un 'Heil Hitler'".

La normalizzazione del neo-nazismo da parte di Trump

Che sia intenzionale o meno, il gesto di Musk ha fatto la gioia dei gruppi neonazisti di tutto il mondo, come avevamo riportato in questo articolo. Gesti di solidarietà sono arrivati dai canali social di gruppi neonazisti e suprematisti come White Lives Matter, Blood Tribe, Gab.

A loro si unisce Evan Kilgore, negazionista dell'Olocausto, che ha scritto su X: "Elon Musk ha appena fatto l'Heil Hitler... Sono tornati i bei vecchi tempi".

Kilgore ha lavorato per un gruppo di attivisti conservatori chiamato Turning Point Usa, che domenica ha ospitato un ballo prima del giuramento a cui hanno partecipato sia il figlio di Trump, Donald Trump Jr, sia il vicepresidente JD Vance.

Il professor Roger Griffin ha dichiarato a Euronews che ci sono chiari segnali sul fatto che lui e il suo entourage stanno normalizzando il neofascismo, sebbene poi lui punti più a una democrazia illiberale che a un regime.

Mercoledì, il presidente Trump ha graziato i Proud Boys e gli Oath Keepers, protagonisti dell'attacco a Capitol Hill. Ha inoltre fatto capire che in futuro ci potrà essere per loro un posto nella politica conservatrice statunitense.

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