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Il voto sulla nuova Commissione segnala l'instabilità e l'ambiguità del Parlamento europeo

La nuova Commissione di Ursula von der Leyen è stata approvata con il 54% dei voti a favore
La nuova Commissione di Ursula von der Leyen è stata approvata con il 54% dei voti a favore Diritti d'autore  EBS
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Di Vincenzo Genovese
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La Commissione europea è stata approvata dal Parlamento con il più basso sostegno di sempre e non è chiaro su quali gruppi politici possa contare. Ma non è necessariamente un male per Ursula von der Leyen

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La nuova Commissione europea di Ursula von der Leyen ha ricevuto il via libera dal Parlamento europeo, ma l'esito del voto lascia presagire acque tempestose più che una navigazione tranquilla.

I 370 voti a favore rappresentano il 54 per cento di tutti i voti espressi, e ancora meno (51 per cento) del numero totale di eurodeputati, 719. Per un motivo o per l'altro, solo un legislatore su due ha approvato il nuovo collegio dei commissari.

Si tratta del sostegno più risicato della storia europea per una nuova Commissione ed è possibile che non ci sia una maggioranza stabile durante i cinque anni di legislatura.

Quanti gruppi formeranno la maggioranza

I dati sul voto evidenziano come i tre gruppi centristi che hanno formato la maggioranza della precedente legislatura non siano riusciti questa volta a garantire una maggioranza semplice in aula. Il Partito popolare europeo (Ppe), i Socialisti e democratici (S&D) e Renew Europe hanno ottenuto insieme 308 voti, ben lontani dalla soglia dei 360 voti.

Per ragioni diverse il Ppe di centrodestra e l'S&d di centrosinistra hanno subito defezioni significative. Il Partido popular spagnolo, membro del Ppe con 22 eurodeputati, ha votato contro il nuovo collegio perché comprende la vicepresidente spagnola Teresa Ribera, membro del partito rivale di centrosinistra Psoe (S&d).

I socialisti belgi e francesi si sono opposti alla scelta di von der Leyen di affidare l'incarico di vicepresidente della Commissione europea a un italiano di destra e conservatore, Raffaele Fitto, che ha perso anche i voti di un paio di eurodeputati socialisti italiani. I 14 eurodeputati tedeschi S&d hanno votato contro o si sono astenuti.

Ciò non significa che questi gruppi saranno sempre divisi sulle questioni legislative, ma significa che per garantire una maggioranza che approvi la legislazione, sarà probabilmente necessario qualche appoggio sia da destra che da sinistra dell'emiciclo.

"Credo che potremmo anche trovare un consenso, un accordo con i Verdi da un lato, o con i Conservatori e riformisti europei dall'altro", ha dichiarato a Euronews David McAllister, un importante deputato tedesco del Ppe.

Questo era sempre stato previsto dal leader del Ppe Manfred Weber, che in una conferenza stampa il giorno prima del voto aveva prospettato un "ampio centro nel Parlamento europeo, dai Verdi all'Ecr".

Tuttavia, né i Verdi né l'Ecr hanno sostenuto in maniera compatta la Commissione europea. Il gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea (Efa) si è diviso, con 27 voti a favore, 19 contrari e sei astensioni, mentre l'Ecr ha visto 39 legislatori contro, 33 a favore e quattro astensioni.

Verdi e conservatori sono in disaccordo tra loro

Soprattutto, questi due gruppi non sembrano desiderosi di collaborare tra loro.

"Oggi non c'è una vera maggioranza nell'Unione europea. [...] Manfred Weber pensa che un giorno possa rivolgersi all'estrema destra per costruire relazioni o alleanze, distruggendo in particolare le leggi ambientali. E poi il giorno dopo, quando gli fa comodo, rivolgersi alla coalizione dei democratici e delle forze europeiste. È assolutamente indegno", ha dichiarato a Euronews l'eurodeputata dei Verdi Marie Toussaint, che ha votato contro il collegio insieme all'intera delegazione francese.

Altri membri dei Verdi hanno votato a favore della nuova Commissione, ma continuano a sottolineare il loro disaccordo con quello che considerano un chiaro spostamento a destra. "Abbiamo ancora problemi di fondo con Fitto come vicepresidente esecutivo, e pensiamo davvero che sia un errore. Ma è anche chiaro che vogliamo lavorare ora", ha dichiarato il co-presidente dei Verdi/Efa Bas Eickhout a Euronews dopo il voto.

Dall'altra parte, gli eurodeputati conservatori che hanno sostenuto la Commissione sostengono che la loro scelta è stata fatta proprio per ribaltare il Green deal e cambiare le politiche della precedente legislatura.

"In questo Parlamento potrebbero esserci numeri diversi rispetto a quello precedente. Penso che il ruolo dei conservatori europei sarà quello di spostare davvero l'asse di questa legislatura europea verso destra", ha dichiarato a Euronews Carlo Fidanza, capo della delegazione di Fratelli d'Italia, la più grande dell'Ecr.

I legislatori del partito polacco Pis, membro dell'Ecr, hanno votato contro la Commissione, ma questo non ha preoccupato il co-presidente del gruppo Nicola Procaccini, che ha ricordato la tradizione del gruppo di lasciare alle delegazioni libertà di scelta.

Procaccini non si sente nemmeno parte di una nuova maggioranza, anzi, a suo dire, "non c'è nessuna maggioranza". "Nell'Ue la Commissione non è legata a una maggioranza del Parlamento europeo. Non c'è stata una 'maggioranza Ursula' l'ultima volta, e non c'è una maggioranza ora. Ogni votazione avrà una maggioranza diversa, basata sui contenuti", ha affermato durante un incontro con la stampa.

Ursula von der Leyen sa di non avere una maggioranza stabile

Questo è il sentimento prevalente a Strasburgo dopo il voto, e la presidente della Commissione europea probabilmente lo sa. Ursula von der Leyen non ha mai menzionato la parola "maggioranza" durante il suo lungo discorso di presentazione del collegio dei commissari al Parlamento, né ha citato alcun gruppo politico su cui intende fare affidamento.

Il suo mantra rimane la cooperazione con le forze politiche "pro-Ue", "pro-Ucraina" e "pro-stato di diritto", adattabile ai Verdi o ai Conservatori a seconda delle circostanze e dei temi trattati.

D'altra parte, il Parlamento europeo può continuare il suo lavoro legislativo anche se frammentato e con una maggioranza instabile secondo l'eurodeputato socialista tedesco René Repasi, che ritiene che il "vero lavoro" sia svolto a livello tecnico nelle commissioni dell'emiciclo.

"Questa situazione significa fondamentalmente che dobbiamo avere più fiducia nel fatto che gli emendamenti di compromesso elaborati a livello di commissione saranno rispettati dalla plenaria", ha dichiarato a Euronews. "Se facciamo emendamenti di compromesso nelle commissioni, non li riapriamo qui in plenaria. Penso che ci sia un modo per andare avanti".

Video editor • Amandine Hess

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