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Viktor Orbán spacca il Parlamento europeo

Viktor Orbán è intervenuto al Parlamento europeo il 9 ottobre
Viktor Orbán è intervenuto al Parlamento europeo il 9 ottobre Diritti d'autore  Philippe BUISSIN/ European Union 2024 - Source : EP
Diritti d'autore Philippe BUISSIN/ European Union 2024 - Source : EP
Di Vincenzo Genovese
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La presentazione delle priorità della presidenza ungherese da parte del primo ministro ungherese Viktor Orbán divide il Parlamento di Strasburgo, tra estimatori e critici delle sue politiche

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Lo si capisce anche, e soprattutto, dalla reazione alla fine del dibattito: applausi di approvazione da una parte dell'emiciclo, sonori fischi dall'altra.

Uno dei gruppi politici più critici è il Partito popolare europeo, di cui il partito Fidesz di Viktor Orbán faceva parte fino a marzo 2021. "La corruzione sta uccidendo il futuro dell'Ungheria. Lei, signor Orbán, rappresenta il passato", ha detto nel suo intervento il leader del Ppe, Manfred Weber.

Molto duro anche Peter Magyar, capo del principale partito di opposizione in Ungheria, Tisza, in un'intervista a Euronews.

Le accuse da sinistra

Diversi europarlamentari dei partiti di sinistra hanno contestato Orbán fuori dall’emiciclo, alcuni persino boicottando il suo discorso iniziale ed entrando solo per il dibattito. Altri, del gruppo della Sinistra, hanno intonato "Bella ciao" in risposta al primo ministro ungherese.

Li preoccupa soprattutto il rispetto di democrazia e Stato di diritto in Ungheria: molti di loro, durante il proprio intervento in aula, hanno definito Orbán "autocrate". L'esponente tedesco dei Verdi/Ale Daniel Freund lo ha chiamato "dittatore".

"Orbán ha trasformato l'Ungheria nel Paese più corrotto dell'Unione europea, oggi in fondo a molte classifiche sulla democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto delle libertà civili". Critiche anche sulla politica estera del primo ministro ungherese, che per sei mesi rappresenta l'Unione in quanto presidente di turno del Consiglio Ue.

"Abbiamo già visto Orbán andare a trovare Putin, Xi e Donald Trump. E temo che non abbiamo ancora visto tutto. Ci aspettano elezioni estremamente incerte negli Stati Uniti. Cosa succederebbe quindi se Orbán, a nome dell’Unione europea, cercasse di interferire?".

L'eurodeputata francese del gruppo Renew Europe Fabienne Keller attacca invece la politica migratoria sostenuta dal primo ministro ungherese, che invoca maggiori controlli alle frontiere e la realizzazione di hotspot fuori dal territorio dell'Ue per verificare il diritto all'asilo delle persone migranti prima di farle entrare nei Paesi dell'Unione.

"La soluzione europea sarebbe l'implementazione del Patto migrazioni e asilo, su cui l'Ungheria ha votato contro. Orbán propone soluzioni impraticabili, ma devo ammettere che le idee dell'estrema destra si stanno diffondendo in Europa".

Le reazioni da destra: ammirazione (con qualche riserva)

Proprio l'approccio sulla questione migratoria, oltre che la difesa della famiglia tradizionale, sono valsi al primo ministro ungherese il plauso del suo gruppo politico, i Patrioti per l’Europa, ma anche delle altre due compagini di destra radicale, i Conservatori e riformisti europei e Europa delle nazioni sovrane.

"È stato un intervento molto concreto e centrato sulle urgenze che una presidenza di turno dovrebbe affrontare: costi dell'energia, competitività delle imprese europee protezione dei confini", dice a Euronews l'eurodeputato della Lega Paolo Borchia. Lo spagnolo di Vox Jorge Buxadé Villalba ha definito "un soffio di aria fresca" il discorso di Orbán, criticando il resto dei leader dei Paesi e delle istituzioni dell'Unione.

Dal gruppo dei Conservatori tanti attestati di stima ma anche qualche presa di distanza su uno dei temi più controversi: la guerra in Ucraina. Orbán non ne ha parlato nel suo discorso di apertura, ma aveva già chiarito in una conferenza stampa alla vigilia del suo intervento il proprio obiettivo: ottenere un cessate il fuoco tra Ucraina e Russia tramite il dialogo con Mosca.

Una posizione che non piace al co-presidente di Ecr Nicola Procaccini: "Oltre ai nemici interni, l'Ue ha un nemico esterno molto pericoloso: l'alleanza tra Russia, Cina, Iran e Corea del Nord".

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