Quanti Paesi dell'Ue riconoscono lo Stato palestinese?

La Palestina è riconosciuta come Stato dalla maggior parte dei Paesi del mondo
La Palestina è riconosciuta come Stato dalla maggior parte dei Paesi del mondo Diritti d'autore Ariel Schalit/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Isabel Marques da SilvaVincenzo Genovese
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Nonostante un impegno preso nel 1999 dai leader dell'Unione europea, oggi la maggior parte dei Paesi membri non riconosce lo Stato palestinese, al contrario di quanto avviene nel resto del mondo

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Nel 1999, 25 anni fa, l'Unione europea si dichiarava pronta a "riconoscere uno Stato palestinese a tempo debito", come si legge nelle conclusioni del Consiglio europeo di Berlino. Ma finora lo hanno fatto soltanto nove stati su 27 e quasi tutti quando ancora non facevano parte dell'Unione.

Chi riconosce la Palestina, e chi no

La Svezia è l'unico Paese dell'Ue ad aver attuato il riconoscimento dello Stato palestinese, nel 2014. Malta, Cipro, Polonia, Ungheria, Cechia, Slovacchia, Romania e Bulgaria invece lo hanno fatto quando ancora non erano membri dell'Unione. La posizione ufficiale a livello europeo, ribadita anche durante il vertice dei capi di Stato e di governo dell'ottobre 2023, supporta il processo di pace e la soluzione a due Stati.

A livello mondiale, lo Stato di Palestina è riconosciuto da 139 Paesi, circa il 70% dei membri delle Nazioni Unite: quasi tutta l'Asia, l'Africa e l'America Latina. Tra i Paesi che non lo fanno, mantenendo comunque relazioni diplomatiche con l'Autorità Nazionale Palestinese, ci sono invece Stati Uniti, Canada, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda.

"Gli insediamenti illegali israeliani in Cisgiordania impediscono di fatto la possibilità di uno Stato palestinese"
Martin Konecny
Direttore dell'European Middle East Project

L'impatto sul conflitto

La questione, rimasta a lungo in sospeso, è tornata di grande attualità con il conflitto in Medio Oriente e c'è chi accusa i governi europei di incoerenza, come Martin Konecny, direttore dell'European Middle East Project.

"La questione del riconoscimento è solo uno dei tanti esempi di incoerenza tra il sostegno retorico dell’Ue a favore della pace, della soluzione dei due stati e del diritto internazionale e la mancanza di azioni concrete corrispondenti".

C'è poi, secondo l'esperto, la questione degli insediamenti illegali israeliani in Cisgiordania, che di fatto impediscono la possibilità di uno Stato palestinese perché occupano il territorio dove questo Stato dovrebbe essere stabilito. 

"Continuiamo a commerciare con loro come se fossero legittime entità, ma allo stesso tempo le dichiariamo illegali. È un altro esempio di incoerenza".

Di recente la soluzione a due Stati è stata confermata come l'unica possibile da Hadja Lahbib, ministra degli Esteri del Belgio, il Paese che detiene la presidenza di turno dell'Ue.

"Non possiamo rimanere indifferenti e dobbiamo lavorare per trovare una soluzione: è l'unica strada possibile. Tornare a negoziare una soluzione a due Stati e consentire ai palestinesi di vivere in pace, di avere una prospettiva per il futuro".

Il riconoscimento della Palestina potrebbe contribuire a rafforzare la credibilità dell’Autorità Nazionale Palestinese, che al momento governa fra molte difficoltà la cisgiordania, e che potrebbe sostituire Hamas nel controllo della striscia di Gaza al termine del conflitto.

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