L'azoto irrompe nelle elezioni olandesi

Il governo dei Paesi Bassi ha stanziato otto miliardi per acquistare campi e fattorie
Il governo dei Paesi Bassi ha stanziato otto miliardi per acquistare campi e fattorie Diritti d'autore Peter Dejong/ AP
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Di Vincenzo Genovese
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La riduzione delle emissioni di azoto è uno degli argomenti principali nel dibattito elettorale dei Paesi Bassi, tra le preoccupazioni degli agricoltori e quelle degli ambientalisti

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Nemmeno 18 milioni di persone, ma più di 116 milioni di animali da allevamento, tra polli, suini, ovini, caprini e bovini. Metà del territorio nazionale dedicato a campi e fattorie, e la densità di bestiame più alta d'Europa. I Paesi Bassi sono una super-potenza del settore agroalimentare: il secondo maggiore esportatore al mondo nel settore dopo gli Stati Uniti, nonostante le dimensioni ridotte.

"Siamo un'area molto densamente popolata e abbiamo la più alta densità di bestiame d'Europa"
Daan Boezeman
Funzionario dell'Agenzia nazionale per la valutazione ambientale (Planbureau voor de Leefomgeving - Plb)

Una sostanza problematica

Ma l'alta produttività olandese portà con sé un'altissima dispersione di azoto, sostanza che in alte concentrazioni risulta pericolosa per la natura, tossica per l'uomo e dannosa per la qualità dell'acqua.

Praticamente tutte le attività umane generano azoto, ma quelle agricole in particolare. 

Confrontando i dati Eurostat, si scopre che le regioni europee con una maggiore concentrazione di bestiame per ettaro sono tendenzialmente anche quelle dove c'è una maggiore dispersione di azoto. Nei Paesi Bassi, secondo le statistiche governative, l'agricoltura è responsabile del 50% delle emissioni.

"Ci sono due ragioni principali per il problema dell'azoto: siamo un'area molto densamente popolata e abbiamo la più alta densità di bestiame d'Europa", spiega a Euronews Daan Boezeman dell'Agenzia nazionale per la valutazione ambientale (Planbureau voor de Leefomgeving - Plb)

"D'altra parte - spiega il funzionario governativo - i Paesi Bassi hanno adottato un'interpretazione piuttosto restrittiva della Direttiva europea sugli habitat, la quale stabilisce che per ogni nuovo tipo di attività bisogna realizzare una riduzione dell'azoto altrove".

Dato che il 74% delle aree naturali olandesi devono rimanere sotto una certa soglia nella concentrazione di azoto, l’ultimo governo olandese ha fissato l’obiettivo di dimezzarne le emissioni entro il 2035. Il problema, però, è come farlo.

"Ci sono diverse politiche: acquistare le fattorie dagli imprenditori agricoli, incentivarli a prendere misure di contenimento delle emissioni, ridurre i limiti di velocità delle automobili...", dice Daan Boezeman. 

Le preoccupazioni degli allevatori

Le più controverse, comunque, riguardano il settore agroalimentare: i proprietari terrieri devono migliorare i loro processi o ridurre i capi di bestiame, e possono pure vendere direttamente le loro fattorie allo Stato, che ha stanziato un budget di otto miliardi di euro per comprarle.

Secondo Jan Arie Koorevaar, allevatore dell'Olanda del Sud che nella sua proprietà di 90 ettari produce con 115 mucche 100 milioni di litri di latte all'anno, serve soprattutto più innovazione nel settore.

"Molti agricoltori sono preoccupati perché non è chiaro cosa devono fare per soddisfare le richieste del governo".

La sua fattoria, che produce in maniera quasi al 100% biologica registra emissioni ridotte di azoto e si trova in un'area non interessata dalla necessità di ulteriori riduzioni. Ma a livello generale, vorrebbe che alla riduzione dei capi di bestiame fosse affiancata maggiore tecnologia.

"Penso che i produttori di latte abbiano altre possibilità per ridurre le emissioni. Bisognerebbe aiutarli con finanziamenti per le innovazioni tecnologiche, che al momento non ci sono. Un'altra strategia per il governo sarebbe supportare l'agricoltura estensiva. Quindi facilitare, ad esempio, l'acquisto di terreno".

"Chiediamo il 70% in meno di animali nel 2030 e l'80% in meno nel 2050"
Hilde Anna de Vries
Attivista dipartimento Agricoltura sostenibile di Greenpeace Paesi Bassi

La disputa elettorale

La questione è controversa in vista delle prossime elezioni in programma il 22 novembre

Il settore agricolo e alcuni partiti, come il Movimento Civico-Contadino, Bbb, cercano di frenare sulle misure di riduzione dell'azoto, o di posticiparle.

Al contrario, le associazioni ambientaliste chiedono di fare di più, dimezzando le emissioni cinque anni prima del previsto, cioè nel 2030, rendendo le acquisizioni di fattorie obbligatorie se quelle volontarie non sono sufficienti, e riducendo il numero complessivo di animali allevati.

"Chiediamo che il governo aiuti gli agricoltori a passare all'agricoltura ecologica, con il 70% in meno di animali nel 2030 e l'80% in meno nel 2050", dice Hilde Anna de Vries, attivista per l'Agricoltura sostenibile di Greenpeace Paesi Bassi.

"Il governo deve supportare gli agricoltori creando un sistema per cui abbiano guadagni adeguati e siano incentivati a produrre cibo per il consumo umano, invece che che per gli animali".

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Ovviamente non c'è solo l'agricoltura nel mirino, ma l'intero sistema olandese: "L'azoto proviene dal traffico, dalle industrie, dalle piante, e in forma di ammoniaca anche dagli animali. Le grandi aziende e le grandi banche hanno simolato l'agricoltura intensiva e il risultato è la più grande densità di bestiame del mondo".

Le loro preoccupazioni, così come quelle degli agricoltori, influenzeranno probabilmente il voto del 22 novembre e la successiva composizione del Parlamento olandese, tradizionalmente molto frammentato.

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