Ucraina, si avvicina il giorno della verità per l'adesione all'Ue

Ursula von der Leyen ha visitato l'Ucraina per la sesta volta dall'inizio della guerra
Ursula von der Leyen ha visitato l'Ucraina per la sesta volta dall'inizio della guerra Diritti d'autore Efrem Lukatsky/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Di Shona Murray
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L'otto novembre la Commissione valuterà i progressi dell'Ucraina e degli altri Paesi candidati all'adesione all'Ue: la visita di Ursula von der Leyen a Kiev fa ben sperare

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La presidente dell'esecutivo comunitario ha affermato che l'Ucraina ha soddisfatto il 90% delle condizioni necessarie per aprire i negoziati. La Commissione giudicherà gli avanzamenti non solo ucraini, ma di tutti gli Stati candidati all'adesione: Albania, Bosnia-Herzegovina, Moldova, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia.

Come funziona il processo di adesione

Nella sua valutazione, la Commissione può suggerire l'apertura formale dei negoziati di adesione, l'ultimo passo necessario per l'adesione effettiva.

Dopo il giudizio della Commissione, la palla passerà tuttavia ai 27 Stati membri dell'Unione, che prendono in concreto la decisione: perché uno Stato membro possa iniziare i negoziati, è necessaria l'unanimità dei Paesi membri. I loro capi di Stato e di governo ne discuteranno al prossimo Consiglio europeo, il 14-15 dicembre.

Intraprendere i negoziati di adesione, comunque, non è garanzia di successo: la Turchia lo ha fatto nel 2005, il Montenegro nel 2012 e la Serbia nel 2014. L’Islanda ha persino mollato la presa, sospendendo i negoziati nel 2013, dopo tre anni di infruttuose trattative su 35 differenti temi.

Per entrare nell’Ue bisogna infatti rispettare una serie di parametri, detti "criteri di Copenaghen", una serie di condizioni richieste al Paese aderente: istituzioni stabili che garantiscano democrazia, diritti e rispetto delle minoranze; un’economia di mercato funzionante e la capacità di assumere gli obblighi relativi agli obiettivi dell’Unione in materia politica, economica e monetaria.

"Il capo della Corte Suprema ucraina è stato arrestato e trovato con milioni di euro. Per me, questo indica la serietà del governo nel perseguire gli oligarchi"
John O'Brennand
Professore all'Università di Maynooth

Gli ostacoli sul percorso

Tra gli ostacoli sul percorso dell'Ucraina c'è la cosiddetta "deoligarchizzazione" del Paese, cioè la rimozione dell'influenza di pochi e ricchi personaggi che tengono in pugno il sistema politico nazionale, come spiega il professor John O'Brennan, dell'Università di Maynooth, in Irlanda.

"Prima della guerra, l'Ucraina era realmente soggetta a queste forze predatorie. Alcuni oligarchi erano collegati direttamente al Cremlino, e molti di loro ucraini che cercavano referenti politici per perseguire i propri interessi commerciali", dice a Euronews.

Penso ci sia molto da fare, ma l’Ucraina ha compiuto reali progressi. Sono rimasto davvero colpito molti mesi fa, quando il capo della Corte Suprema in Ucraina è stato arrestato e trovato con milioni di euro. Per me, questo indica la serietà del governo ucraino nel perseguire gli oligarchi".

Un altro problema sono i diritti delle minoranze. L’Ungheria è preoccupata per la protezione degli ungheresi che vivono in Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky assicura che non c'è nulla da temere, ma la questione si porrà seriamente in un Paese con una fortissima presenza di russofoni, come spiega a Euronews

Tymofiy Mylovanov, ex ministro ucraino dello sviluppo economico e presidente della Scuola di Economia di Kiev.

"In effetti è stata approvata una legge per proteggere le lingue minoritarie e il presidente Zelensky l'ha firmata. Ma si discute sul fatto che la lingua diventi uno strumento di propaganda. Le persone chiedono di insegnare nelle scuole un certo tipo di cultura e questa sarà una questione divisiva per un pò di tempo".

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