Il vertice di Parigi, voluto fortissimamente dal presidente francese Macron, prova a trasformare l'attuale mondo delle poli-crisi, coinvolgendo anche i leader politici ed economici di molti Paesi in via di sviluppo. Il rischio di questo summit? Di avere risultati invisibili
Molti "big" al summit di Parigi per un "nuovo Patto finanziario globale": questo l'obiettivo ambizioso del vertice.
Fino a sabato, 50 Capi di stato e i leader dell'imprenditoria mondiale stanno discutendo delle riforme del sistema finanziario globale per affrontare i problemi della povertà, del clima e della biodiversità.
Al vertice parigino sono attesi, tra gli altri, il Segretario Generale dell'Onu, Antonio Guterres e il presidentebrasiliano Ignacio Lula da Silva, il Cancelliere tedesco **Olaf Scholz,**la Segretaria Usa al Tesoro Janet Yellen e il presidente della Banca Mondiale Ajay Banga.
La Cina viene rappresentanta dal premier di Pechino, Li Qiang, e l'Arabia Saudita dal principe ereditario Mohammed bin Salman.
Nella capitale francese anche il presidente del Kenya, William Ruto, insieme ad una ventina di leader africani.
Sotto la spinta di Macron
A volere fortemente il vertice "informale" di Parigi, è stato proprio il presidente francese Emmanuel Macron, che da tempo ritiene che l'attuale ordinamento finanziario sia obsoleto e non più in grado di far fronte al mondo delle poli-crisi.
"Se guardiamo ai fatti, le disuguaglianze stanno aumentando e la vulnerabilità climatica si aggiunge ai rischi. E il nostro mondo è soggetto a shock sempre più forti. Dobbiamo affrontare uno shock di finanziamento pubblico", ha dichiarato Macron dal palco di Parigi.
L'idea di questo forum informale venne lanciata da Macron al termine della Cop27 dello scorso novembre.
Dal suo insediamento all'Eliseo, il presidente francese ha moltiplicato le iniziative a favore del multilateralismo, come il "One Planet Summit" o il "Forum de Paris pour la Paix", ma non mancano critiche su risultati talvolta ritenuti modesti.
L'avvertimento delle Ong
Intanto, l'Ong "One" chiede ai leader mondiali di "cogliere l'opportunità offerta da un vertice cruciale".
"Per troppo tempo - avverte in una nota la presidente di "One", Najat Vallaud-Belkacem - i Paesi più ricchi del mondohanno scelto di ignorare le conseguenze delle proprie azioni, lasciando che le popolazioni dei Paesi più poveri si trovassero ad affrontare crisi a cui non avevano contribuito, e mantenendo sistemi economici globali che rafforzassero le disuguaglianze invece di risolverle".
"Un nuovo accordo per le persone e il pianeta - prosegue l'ex ministra francese, ora a capo di "One" - deve essere molto più di un semplice slogan. Se vogliamo costruire un futuro migliore, dobbiamo assistere a un cambio di marcia relativo al modo in cui rispondiamo a tali sfide, sbloccando finanziamenti molto più consistenti, migliorando istituzioni obsolete e ingiuste e dando denaro e potere reali nelle mani di coloro che ne hanno più bisogno".
Non serve a nulla?
Il vertice di Parigi non ha il potere di prendere decisioni formali.
Gli attivisti per il clima e contro la povertà sono convinti che senza tasse sui combustibili fossili e sulle transazioni finanziarie - non all'ordine del giorno a Parigi - il vertice servirà a ben poco.