Nel suo discorso al Parlamento di Strasburgo, il cancelliere tedesco sottolinea la necessità di superare il voto all'unanimità in politica estera e materia fiscale, oltre a ribadire il pieno sostegno all'Ucraina
La data è simbolica, l'occasione solenne: il 9 maggio 2023, Festa dell'Europa e 73esimo anniversario della dichiarazione Schuman, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha enunciato al Parlamento comunitario di Strasburgo la sua visione del progetto europeo.
A 73 anni dalla nascita del progetto di integrazione europea, il Cancelliere tedesco ne ribadisce l'assoluta necessità, per evitare che la storia di guerre e massacri si ripeta in Europa.
Allargata e riformata
Per garantirsi un posto nel mondo di domani, l'Ue deve cambiare, ha affermato il cancelliere. "Abbiamo bisogno di un'UE geopolitica, di un'UE allargata e riformata e di un'UE aperta al futuro".
In particolare, Scholz è contrario alla regola del voto all'unanimità in materia di politica estera e politica fiscale, e vorrebbe l'adozione di un processo decisionale a maggioranza qualificata tra gli Stati membri.
"Agli scettici voglio dire: non è l'unanimità, non l'approvazione al 100% di tutte le decisioni che crea la massima legittimità democratica possibile. Anzi, è proprio la ricerca di maggioranze e alleanze che distingue la democrazia", le sue parole.
E dato che l'Unione rappresenta solo il 5% della popolazione mondiale, diventa fondamentale far sentire la propria voce e difendere i propri interessi di fronte ai grandi attori geopolitici internazionali. Soprattutto in un mondo sempre più multipolare.
"Bisogna garantire all'Europa un posto nel mondo di domani. Un posto non al di sopra o al di sotto di altri Paesi e regioni. Ma al loro fianco, su un piano di parità".
Nessuna paura della Russia
Scholz chiede anche di non farsi intimidire dalla Russia e insiste sulla necessità di sostenere l'Ucraina, sia durante la guerra, che nella ricostruzione.
"È una grande opportunità, non solo per l'Ucraina, ma per l'Europa nel suo insieme. Perché un'Ucraina prospera, democratica, europea è il simbolo più chiaro del rifiuto della politica imperiale e revisionista di Putin nel nostro continente".