L'Ue snobba i catalanisti

Nel giorno del giudizio dei leader indipendentisti catalani, c'è chi chiede ancora l'appoggio delle istituzioni europee contro la risolutezza giudiziaria di Madrid. Erano un centinaio a Bruxelles, in piazza, alla Rotonda Schumann, tra il Consiglio e la Commissione europea. C'erano anche tre ex consiglieri (ministri regionali) del governo catalano riparati in Belgio con l'ex president edella Generalitat, Carles Puigdemont. Toni Comin è uno di loro e ha dichiarto a euronews:
"Lo stato spagnolo vuole portare due milioni di persone alla sbarra. perché è un processo contro il referendum di ottobre, è un processo contro due milioni di persone che hanno votato quel giorno. Uno stato che tenta di processare due milioni di individui ha un serio problema di democrazia"
Si sono udite anche alcune voci nel parlamento europeo, a Strasburgo, in particolare dalla cosiddetta Piattaforma per il dialogo, i cui membri pensano che si tratti di un processo politico e invocano l'intervento europeo
L'eurodeputato José Bové ha detto che "il Parlamento europeo e il Consiglio, così come la Commissione, devono essere coinvolti"
Ma la posizione maggioritaria dell'eurocamera è la non interferenza di Bruxelles in una questione che riguarda esclusivamente lo stato spagnolo. Anche i socialisti sono convinti dell'indipendenza totale della giustizia spagnola. Javi López, ad esempio è un eurodeputato socialista spagnolo e ha affermato che: "Non spetta ai politici decidere della fattispecie penale o del risultato finale. È invece nostra competenza fare politica, stabilire un dialogo nel quadro dello stato di diritto e del rispetto della costituzione".
Per il Partido Popular, i catalanisti stanno tentando di delegittimare il sistema, Esteban González ha detto che: "È logico, i separatisti che vogliono distruggere la Spagna mettono in dubbio il suo sistema giudiziario. Come potrebbe essere altrimenti?