Abbiamo intervistato un ex professore del presidente francese per capire da dove deriva l'europeismo che guida tutta la sua politica.
Il più europeo dei francesi questo martedì parlerà di fronte agli eurodeputati a Strasburgo. Emmanuel Macron, passato da zero a presidente in men che non si dica, resta un mistero per molti. Dove affonda le radici il suo europeismo? Lo abbiamo chiesto a uno dei suoi ex professori, lo storico François Dosse.
"Era uno studente brillantissimo, naturalmente - ricorda Dosse -, talmente brillante da abbagliarmi per la sua intelligenza, la sua destrezza intellettuale ma anche per la sua sensibilità".
Una sensibilità che lo spinse, su incitazione del suo professore, ad avvicinarsi a Paul Ricoeur. Nel suo libro "Il filosofo e il presidente", Dosse spiega l'approccio europeo di Macron come il risultato dello studio del filosofo.
"All'epoca aveva 21 anni - prosegue lo storico - e a 21 anni si mise a conversare con un filosofo di 86 anni, che aveva tutta la sua opera dietro di sé. Evidentemente Emmanuel Macron è stato rapito dal monumento filosofico di Paul Ricoeur. E quindi c'è stato un vero dialogo, un vero scambio, ed Emmanuel Macron ha detto nelle sue interviste quanto sia stato rieducato filosoficamente da Paul Ricoeur".
Ma al di là dei principi filosofici, ci sarebbe anche un istinto speciale a spingerlo: "Credo che Emmanuel Macron abbia un desiderio per il futuro. L'idea di costruire una storia che non è scritta ma che è da scrivere, e il progetto di ribaltare un'Europa che è partita un po' come un mercato unico, puramente economico, rivitalizzando la democrazia alla base. E facendo ripartire l'Europa dalla cultura".
Ma chi è davvero Emmanuel Macron? "Per usare un'espressione che ama, direi che è allo stesso tempo presidente e filosofo, cioè ha detto fino a che punto l'azione debba essere preceduta dal pensiero, quindi da questo punto di vista lo qualificherei piuttosto come qualcuno che agisce, un costruttore".