“Pluralismo dei media = democrazia”, recita un cartello.
“Pluralismo dei media = democrazia”, recita un cartello. Vale anche per l’Ungheria, dicono gli attivisti che si sono ritrovati di fronte alla Commissione europea per protestare contro la chiusura del maggiore quotidiano d’opposizione, Népszabadság.
“Il nostro obiettivo è di esprimere la nostra solidarietà al giornale e ai suoi dipendenti. Vogliamo che sentano che siamo con loro”, dice Kata Dózsa, una degli organizzatori.
Today at 1:00 PM #Bruxelles demonstration of solidarity with Hungary’s newspaper NÉPSZABADSÁG
EFJEUROPE</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/ECPMF?src=hash">#ECPMF</a> <a href="https://t.co/PnzCDbhHSs">https://t.co/PnzCDbhHSs</a></p>— OBC Transeuropa (
BalkansCaucasus) 19 ottobre 2016
Ma per la corrispondente da Bruxelles del quotidiano, Katalin Halmai, le istituzioni europee non dispongono di strumenti efficaci per proteggere la libertà di stampa negli Stati membri come l’Ungheria: “Sappiamo che l’Unione europea ha preso alcuni provvedimenti per la libertà di stampa quando è passata la legge ungherese sui media. Hanno perfino cercato di avviare un procedimento d’infrazione, che ha spinto il governo a ritirare alcune parti della legge. Ma è chiaro che l’Europa non è in grado di agire in modo efficace su questi temi”.
L’editore dice di aver dovuto mettere fine alle pubblicazioni per ragioni economiche. Ma molti vedono nella chiusura del giornale la mano del governo.