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Bruxelles militarizzata, per Institute of Economics and Peace "L'Europa non è più un posto pacifico"

Bruxelles militarizzata, per Institute of Economics and Peace "L'Europa non è più un posto pacifico"
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Di Euronews
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Da tre giorni Bruxelles è una città militarizzata. Ma quanto la chiusura di una capitale europea può servire alla lotta contro il terrorismo

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Da tre giorni Bruxelles è una città militarizzata. Ma quanto la chiusura di una capitale europea può servire alla lotta contro il terrorismo jihadista? Lo abbiamo chiesto a Serge Stroobants, del think tank Institute for Economics and Peace.

Serge Stroobants
Credo che al momento la minaccia per Bruxelles sia reale e imminente. Le autorità devono avere delle informazioni molto attendibili sul tipo di attacco che i terroristi hanno in mente. Ecco perché l’allerta è stata alzata al livello 4. Credo che gli europei stiano realizzando solo ora che il Vecchio Continente non è più in pace. Come lo è stato negli ultimi 70 anni. Rischi e minacce sono ovunque, a est, a sud e provengono anche dall’esterno. E non solo questo, le minacce stanno anche influenzando direttamente l’Europa. Lo abbiamo già visto con la crisi dei rifugiati, che di per sé non è una minaccia. E ora lo vediamo con gli attacchi dei terroristi nelle nostre capitali. Credo si tratti di una sveglia per i politici, e per i cittadini. Ci deve far capire cosa può accadere anche nelle nostre tranquille società.

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Per alcuni la minaccia rappresentata dalla Isil è soprattutto ideologica. Ed è difficile combattere le ideologie. Come si può agire, allora?

Serge Stroobants
Il terrorismo è una tattica per influenzare le politiche e la popolazione. Per questo è difficile combattere contro una tattica. Credo che al momento si debba agire su due livelli, prendendoci cura delle nostre società e quindi ridurre le ineguaglianze, le ingiustizie e poi lottare contro la radicalizzazione. Dobbiamo, però, essere presenti anche all’estero e prenderci cura della minaccia imminente che l’Isil rappresenta per tutti noi. Per questo ritengo che un intervento militare sia un primo passo. Per la nostra sicurezza, ma anche per poter creare attorno ai confini europei delle società pacifiche dove in futuro sarà possibile vivere in tranquillità.

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