Questo gas, quando si avvicina alla superficie terrestre, diventa un inquinante, particolarmente pericoloso per le persone più vulnerabili
Una nuova emergenza ambientale scuote il nord del Portogallo. Domenica scorsa, nella località di Burgães, a Santo Tirso, è stato registrato un livello di ozono troposferico pari a 186 microgrammi per metro cubo (µg/m³), superando la soglia fissata per la popolazione a 180 µg/m³. Lo ha reso noto la Commissione di coordinamento e sviluppo regionale del nord (Ccdr).
L’ozono troposferico, noto anche come “ozono cattivo”, è un inquinante atmosferico che si forma in prossimità del suolo, a differenza dell’ozono stratosferico che protegge la Terra dai raggi UV. Quando si concentra nell’aria che respiriamo, può diventare pericoloso per la salute, soprattutto per bambini, anziani, asmatici e persone con patologie respiratorie.
Nel comunicato trasmesso all’agenzia di stampa Lusa, la Ccdr invita i cittadini più sensibili a limitare le attività all’aperto durante le ore più calde della giornata – momento in cui la formazione di ozono è favorita dalla luce solare intensa. Si consiglia anche ai fumatori di ridurre il consumo di sigarette e, in caso di sintomi respiratori, di consultare un medico.
Il fenomeno si colloca in un contesto climatico preoccupante: il Portogallo sta vivendo un’ondata di temperature elevate, tanto che le autorità hanno dichiarato lo stato di allerta fino a giovedì. Il nord del Paese è la zona più colpita, con diverse aree interessate da incendi attivi.
L’ozono rilevato non proviene da fonti dirette, ma si forma attraverso reazioni fotochimiche tra inquinanti come monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto (NOx) e composti organici volatili (COV), in presenza di radiazione solare. Secondo la Ccdr, si tratta quindi di un inquinante secondario, la cui gestione risulta particolarmente complessa.
Con l’avvicinarsi di altri giorni di caldo intenso, le autorità invitano alla prudenza e al monitoraggio continuo della qualità dell’aria.