European Film Awards 2021, occhi puntati su Paolo Sorrentino

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Di Frédéric PonsardDebora Gandini
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Sabato 11 dicembre a Berlino la cerimonia di premiazione degli European Film Awards 2021. In lizza Paolo Sorrentino e la Palma d'Oro Julia Ducournau

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Approda a Berlino la premiazione degli ambiti European Film Awards assegnati ogni anno dall’Accademia europea del cinema. La cerimonia si tiene questo sabato e per la prima volta sarà visibile anche in streaming. La lista con le nomination vede pellicole di grandi qualità, tanto da non avere nulla da invidiare agli Oscar.

Una kermesse che è cresciuta nel tempo come ci ha confermato anche Matthijs Wouter Knol, Direttore della European Film Academy. "Il nostro punto di forza è che con questi premi cinematografici europei possiamo davvero dare una panoramica di tutte le diverse voci del settore presenti in tutta Europa. Accanto ai registi più giovani ci sono quelli più esperti. Questo aspetto è ciò che rende unici questi premi. Siamo davvero onorati di poter dare una sempre maggiore visibilità a tutte queste diverse voci europee”.

La voce dell'Europa nel mondo del cinema

A contendersi il premio più ambito, quello per il Miglior Film Europeo, ci sono cinque titoli. In lizza il film scandivano “Scompartimento n. 6 - In viaggio con il destino” del regista Juho Kuosmanen. Un adattamento cinematografico del romanzo di Rosa Liksom, presentato in concorso al 74º Festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria. Una storia nostalgica ed emozionante.

In finale “Titane” di Julia Ducournau, vincitrice della Palma d'Oro, con protagonista Vincent Lindon, nominato come miglior attore. "I registi europei sono davvero molto cresciuti, anche rispetto agli americani ora ci sono nomi di grande rilevanza. Non farò la lista ma si passa da Lars von Trier a Pedro Almodovar, fino a Paolo Sorrentino", ci ha racconta Lindon.

E proprio il film “È stata la mano di Dio” del regista italiano è tra i grandi favoriti alla vittoria. In finalissima anche "The Father" di Florian Zeller, una coproduzione franco-britannica, vincitrice di due statuette. Last but not least la regista outsider bosniaca Jasmila Zbanic con il suo "Quo Vadis, Aida?" sul massacro di Srebrenica.

Per il premio allo “scoperta dell’anno”, consegnato dalla Federazione della stampa internazionale, tra i nominati, Beginning di Dea Kulumbegashvili, Lamb di Valdimar Jóhannsson, Un monde di Laura Wandel, Pleasure di Ninja Thyberg, Una donna promettente di Emerald Fennell e The Whaler Boy di Philipp Yuryev.

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