Festival di Cannes: Spike Lee presidente di giuria

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L'impegno del regista alla rassegna cinematografica

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Non fa tappezzeria come la sua giacca, Spike Lee - estetica afrokitch e un premio Oscar alla carriera - che ha ancora molto da dire. Intanto, al festival di Cannes dove Lee sarà presidente di giuria nell'edizione numero 72 della rassegna cinematografica più raffinata ed engagé. La prima volta per un artista di colore, noto per i film di impatto su razzismo e temi sociali.

Nel tweet: "Benvenuti a Spike Lee come Presidente della giuria del 73° Festival di Cannes! Cannes è la patria naturale di chi (ri)risveglia le menti. La personalità sgargiante di Lee è sicuramente in grado di scuotere le cose. Che tipo di Presidente sarà? Scopritelo a Cannes!"

Il regista di Atlanta è volto familiare a Cannes, 7 dei suoi film sono già stati alla Croisette dall'inizio della sua carriera negli anni '80. Nel 2018, il suo film BlacKkKlansMan è stato accolto molto bene e ha ricevuto il Grand Prix du Jury con l'adattamento della vera storia di un poliziotto che si era infiltrato nel Ku Klux Klan, negli anni '70, in una piccola cittadina degli Stati Uniti.
Sin dalle prime opere, Spike Lee non ha mai rinunciato alla sua vis creativa, al servizio delle battaglie contro il razzismo e l'estremismo di destra.

"Guardiamo ai nostri leader per darci una direzione, per prendere decisioni morali - ha dichiarato Lee in conferenza stampa - e vorrei dire che questa cosa non riguarda solo gli Stati Uniti d'America. Questo schifo sta succedendo in tutto il mondo, questo schifo di destra non è solo l'America, è in tutto il mondo e dobbiamo svegliarci".

La dichiarazione di Lee segue la scia delle nomine agli Oscar dove, ancora una volta, l'assenza delle minoranze etniche è evidente.
Eddie Murphy, incredibile in Dolemite is My Name, non corre per l'ambita statuetta. L'unica candidata nera è Cynthia Erivo con Harriet come miglior attrice.

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