Le nuove sanzioni dell'amministrazione Biden prendono di mira i giganti petroliferi russi Gazprom Neft e Surgutneftegas. Titoli e prezzi in fibrillazione
L'amministrazione Biden ha presentato venerdì sanzioni a tappeto contro il settore petrolifero russo, scuotendo i mercati energetici globali e accentuando l'isolamento economico di Mosca, a soli dieci giorni dal rientro di Donald Trump alla Casa Bianca.
In un comunicato stampa, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha emesso una serie di nuove misure per limitare le entrate petrolifere russe, una fonte critica di finanziamento per i suoi sforzi militari in Ucraina.
Le sanzioni, che si concentrano sulle principali compagnie petrolifere Gazprom Neft e Surgutneftegas, su commercianti di petrolio poco trasparenti e su 183 navi della flotta ombra, hanno l'obiettivo di limitare le esportazioni energetiche della Russia e il suo accesso ai mercati globali.
Cosa comportano le nuove sanzioni contro la Russia
Le nuove sanzioni segnano un'intensificazione degli sforzi per tagliare fuori la Russia da una delle sue industrie più redditizie.
Janet Yellen, Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, ha dichiarato che le misure "si basano sulla strategia di "price cap del G7+" avviata nel 2022, rafforzando le restrizioni al commercio e alla facilitazione finanziaria del petrolio russo.
Oltre a colpire i produttori e i commercianti di petrolio, le sanzioni includono il divieto per i servizi petroliferi statunitensi di sostenere l'estrazione e la produzione russa, che entrerà in vigore a fine febbraio 2025.
Questo ampliamento del regime di sanzioni sottolinea l'impegno dell'amministrazione Biden a ridurre la capacità di Mosca di finanziare la sua "guerra brutale e illegale contro l'Ucraina".
Le sanzioni si allineano a una mossa coordinata del Regno Unito, che ha imposto misure simili a Gazprom Neft e Surgutneftegas.
Le nuove misure mirano anche a colpire l'accresciuta dipendenza della Russia da pratiche di trasporto ad alto rischio, come flotte ombra e commercianti poco trasparenti, per sostenere le sue esportazioni di petrolio.
Le azioni odierne impongono sanzioni anche a un numero senza precedenti di navi che trasportano petrolio, molte delle quali fanno parte della "flotta ombra", a commercianti opachi di petrolio russo, a fornitori di servizi per i giacimenti petroliferi con sede in Russia e a funzionari russi del settore energetico", ha dichiarato il Tesoro statunitense.
I mercati reagiscono: I prezzi del petrolio salgono, i titoli azionari scivolano
I mercati petroliferi hanno reagito rapidamente alle sanzioni.
Il greggio West Texas Intermediate (WTI) è salito del 3,5% a 77 dollari al barile, segnando la sessione più forte degli ultimi tre mesi, mentre il Brent è salito del 2,9% a 79 dollari nelle ultime contrattazioni europee.
Gli investitori sembrano ritenere che le sanzioni possano restringere ulteriormente l'offerta globale, soprattutto perché la dipendenza della Russia da una flotta ombra di navi per eludere le restrizioni diventa sempre più precaria.
Nel frattempo, i titoli azionari europei sono passati in rosso.
L'Euro STOXX 50 è sceso dello 0,9% e il più ampio Euro STOXX 600 dello 0,6%, con le utility energetiche come E.ON, Iberdrola e EDP che hanno registrato perdite superiori al 4%. L'IBEX 35 spagnolo ha subito il colpo peggiore, crollando dell'1,4%.
Nei mercati valutari, il dollaro USA ha continuato a dominare. L'euro è sceso dello 0,5% a 1,0250 dollari, il livello più basso da ottobre 2022, mentre la sterlina britannica è scesa dello 0,6% a 1,2220 dollari, il livello più debole da novembre 2023.
La forza del dollaro è stata sostenuta da dati sull'occupazione statunitense inaspettatamente solidi. Il rapporto sui salari non agricoli di dicembre ha rivelato 256.000 nuovi posti di lavoro, superando di gran lunga le previsioni di 160.000 e segnando il più forte incremento dal marzo 2024.