Il primo ministro britannico punta il dito contro Putin e concede il via libera per aumentare, con nuove estrazioni, l'indipendenza del paese dalle risorse energetiche russe. La polemica politica si infiamma e diventa tema di campagna elettorale
La Gran Bretagna concederà centinaia di nuove licenze per l'estrazione di petrolio e gas nel Mare del Nord, controcorrente rispetto agli appelli delle Nazioni Unite a fermare lo sviluppo dei combustibili fossili
Lo ha comunicato il primo ministro Rishi Sunak disattendendo così lo sforzo globale che spinge nella direzione di stoppare la vendita di nuove auto a combustione interna a partire dal 2030. Una notizia che ha scatenato un forte dibattito politico
Per Sunak "Putin, con le sue ritorsioni energetiche, ha fatto lievitare le bollette delle famiglie e ha rallentato la crescita economica del mondo. Quindi l'obiettivo è diventare più indipendenti dal punto di vista energetico, Abbattere i prezzi dell'energia, Far crescere l'economia ".
Sul piano politico il partito Laburista accusa Sunak di aver intrapreso una "guerra culturale sul clima" per compensare il fallimento dei Tories sulla politica energetica, un tema destinato ad infiammarsi ulteriormento in vista delle elezioni del 2024.
Intanto nella capitale inglese gli ambientalisti sfilano imbrattando vetrine e facciate.