La riforma fiscale globale mira a riportare il gettito fiscale laddove i profitti vengono generati. "L'accordo di economia internazionale più ambizioso dell'ultimo secolo"
Una riforma fiscale internazionale che fermi la fuga di capitali delle multinazionali nei paradisi fiscali L'obiettivo è stato formulato all'ultimo G7, e ora - oltre a negoziare una revisione della tassazione transfrontaliera - molti paesi pensano a nuove regole riguardo a dove le multinazionali debbano effettivamente versare le tasse.
"130 paesi e giurisdizioni . si legge sul sito dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) - che rappresentano più del 90% del PIL globale, hanno aderito alla dichiarazione che stabilisce un nuovo quadro per la riforma fiscale internazionale. Altri nove paesi circa, nel gruppo di lavoro,non hanno ancora aderito. I restanti elementi del quadro di lavoro, compreso il piano di attuazione, saranno finalizzati in ottobre".
Secondo l'Ocse, l'imposta minima globale sul reddito delle società - con un'aliquota minima di almeno il 15% - dovrebbe generare circa 150 miliardi di dollari di entrate fiscali globali aggiuntive ogni anno
"È un accordo ambizioso, globale, innovativo" ha detto il ministro dell'economia francese, Bruno Le Maire." E' il più importante accordo fiscale internazionale concluso nell'ultimo secolo. La prossima tappa sarà al G20 della finanza a Venezia, il 10 luglio, dove i ministri dell'economia dovranno approvare politicamente questo accordo".
Secondo le nuove regole, sopra i 100 miliardi di dollari di profitti i diritti di tassazione spetterebbero ai paesi dove i profitti sono effettivamente stati generati. L'accordo scioglierebbe quindi l'annosa questione della fuga di capitali nei paradisi fiscali, e di tutte le entrate che ogni anno vengono sottratte ai paesi dove le più grandi multinazionali del commercio e dei servizi operano