Dopo il piano tedesco e quello dell'Unione europea, arrivano le proposte transalpine per il rilancio del Paese, che si avvarrà comunque del congruo contributo dell'UE
Il Primo Ministro francese, Jean Castex, presenta il piano governativo per uscire dalla crisi economica successiva alla pandemia.
Tre mesi dopo quello tedesco e successivo di 90 giorni a quello dell'Unione europea, il mega piano di rilancio da 100 miliardi di euro - 40 dei quali finanziati proprio da Bruxelles - è denominato "France relance" e mira a rilanciare gli affari, ridurre le tasse sulle imprese e aiutare a combattere la disoccupazione, soprattutto tra i giovani.
A tal proposito, il Governo transalpino vorrebbe creare 160.000 posti di lavoro entro il 2021.
Trenta miliardi di euro sono destinati alla "transizione ecologica".
In Germania, il piano di stimolo presentato lo scorso giugno dalla Cancelliera, Angela Merkel, mostra già i primi segnali positivi, leggasi alla voce riduzione dell'IVA e assegno di 300 euro a bambino, inviato a tutte le famiglie.
Il programma di sostegno ammonta a 130 miliardi di euro e prevede anche una modernizzazione dell'industria automobilistica.
In tutta Europa, i Governi operano per fornire pronte risposte alla crisi, e di certo in questo assume un ruolo essenziale l'Unione Europea.
I leader dei 27 Stati membri hanno concordato (in luglio) un massiccio piano di sostegno da 750 miliardi di euro, destinato a vari programmi, ma un terzo degli aiuti versati deve essere obbligatoriamente utilizzato per la transizione ecologica.
"I soldi però dovranno essere spesi in aree particolari - dice Darren McCaffrey, redattore politico di Euronews - l'Unione europea desidera utilizzare i fondi non solo per aiutare i Paesi più colpiti dalla pandemia, come l'Italia o la Spagna, ma anche per cercare di rendere l'economia europea più competitiva, perseguire programmi ecologici e garantire a milioni di persone, che rischiano di perdere il lavoro, assistenza finanziaria".