Il tribunale distrettuale di Tokyo nega il rilascio su cauzione.
Una partita milionaria di compensi non dichiarati, quella giocata - secondo l'accusa - da Carlos Ghosn. Una detenzione, quella di Ghosn - top manager architetto dell'alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi - che potrebbe continuare sino a marzo. Una fusione, quella ipotizzata a suo tempo da Ghosn tra le già alleate Renault e Nissan, avversata dai giapponesi.
Tanti elementi, insomma, per una vicenda complessa che ha prodotto Il terremoto in casa del primo gruppo automobilistico mondiale, con oltre 10 milioni di auto prodotte all'anno. **Le nuove accuse nei confronti di Ghosn, che avrebbe percepito all'insaputa del board 8 milioni di euro per la joint venture Nissan-Mitsubishi, allontanano il rilascio del manager su cauzione, così come deciso dal Tribunale distrettuale di Tokyo.
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Nel frattempo, il governo francese - maggiore azionista della Renault con il 15% delle quote - lavora a una road map senza Ghosn.
Martin Vial, che nell'esecutivo gestisce le partecipazioni statali e fa parte del consiglio di amministrazione di Renault, e Emmanuel Moulin, il braccio destro del ministro delle finanze Bruno Le Maire, sono volati in Giappone. Il governo francese, il maggiore azionista della Renault con una quota del 15 per cento, ha infatti deciso che Ghosn deve essere sostituito nei ruoli di presidente e amministratore delegato: un passo indietro dopo la manifestazione di vicinanza al manager per tutta la durata della sua detenzione.
A Ghosn è stata negata la cauzione a Tokyo martedì scorso.