ad affermarlo è un'analisi dettagliata condotta dal National Institute of Economic and Social Research, un think thank indipendente
L'accordo raggiunto a Bruxelles da Theresa May è meno dannoso dal punto di vista economico rispetto a una cosiddetta Brexit dura, ma porterà comunque a una riduzione del commercio, degli investimenti esteri, della produttività e della migrazione, **penalizzando il reddito nazionale. **
A dirlo è una prima analisi economica dettagliata, prodotta dal National Institute of Economic and Social Research. Stando ai risultati della ricerca, entro 2030 il PIL sarà diminuito del 4% annuo, il commercio con l'UE del 46% in totale e gli investimenti diretti esteri del 21%.
"**Gli investimenti in realtà si sono già appiattiti" **dice Vicky Price, a Capo del Consiglio economico del Center for Business and economic research. "Se si guarda a ciò che è successo negli ultimi tre trimestri, gli investimenti delle imprese sono in calo. E questo è davvero terribile per l'economia britannica. Perché senza investimenti non si ottiene l'innovazione, non si ottiene produttività e si rimane ulteriormente indietro sulla competitività".
Se i risultati della ricerca dovessero rivelarsi esatti, il crollo nel Pil potrebbe finire per sottrarre circa 1090 sterline l'anno dal reddito di ciascun cittadino britannico, pari a circa 1200 euro. Lo studio è stato commissionato dai promotori della campagna denominata the People's Vote, i che da tempo chiedono un secondo referendum.