Brexit sarà un disastro economico in caso di no-deal

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Di Gioia Salvatori
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Drammatiche le proiezioni della Banca centrale d'Inghilterra e del ministero dell'economia. E anche in caso di accordo la Gran Bretagna ci rimetterebbe

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Il Regno Unito ci rimetterà in ogni caso, sia se esce dall'Unione con un piano, sia se sarà no-deal, cioè uscita senza accordo con l'UE, scenario, quest'ultimo, ben più grave economicamente. Lo dice un rapporto dello stesso esecutivo britannico che quantifica in 150 miliardi di sterline la perdita annuale in caso di no deal e in 40 miliardi di sterline la perdita in caso di accordo con l'Unione. Philip Hammond, ministro dell'economica britannico, ha detto: "L'economia del Regno Unito crescerà al di fuori dell'Unione europea e continuerà a crescere grazie ai suoi punti di forza fondamentali ma la crescita sarà inferiore di quanto sarebbe stata se fossimo rimasti all'interno dell'Unione europea".

Brexit senza accordo affonderebbe il Pil e il pound

Una Brexit senza accordo ridurrebbe il PIL britannico del 9,3% in 15 anni secondo l'esecutivo e dell' 8% circa in 5 anni secondo una proiezione della Banca centrale del Regno Unito che prevede anche un crollo del pound, in caso di no-del, del 25 %, un incremento della disoccupazione al 7,5%, un'inflazione al 6,5%, e un crollo dei prezzi degli immobili del 30%.

Quindi Theresa May ha di nuovo difeso il suo piano oggi in parlamento: Quello che ci mostra questa analisi è che il piano che abbiamo negoziato è il migliore per il lavoro e l'economia a seguito del referendum su Brexit " - ha ripetuto.

L'opposizione dei laburisti

Ma il leader del partito laburista, all'opposizione, attacca: "Le previsioni del ministero dell'economia pubblicate oggi - ha detto Jeremy Corbyn - sono in realtà prive di significato perché non c'è un vero accordo da modellare, solo una lista dei desideri di 26 pagine. Il ministro ha affermato che il suo accordo peggiorerà la situazione. Il primo ministro è d'accordo? Lui non è qui stamattina per essere consultato."

Nelle prossime ore si capirà se le proiezioni della Banca centrale d'Inghilterra e del ministero dell'economia aiuteranno Theresa May ad avere una maggioranza di sì alla camera dei comuni, dove l'11 dicembre il piano negoziato per Brexit sarà al voto.

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