La caduta del petrolio non colpisce solo le aziende. Paesi come la Russia, le cui entrate dipendono in larga parte dal settore energetico, devono ora
La caduta del petrolio non colpisce solo le aziende. Paesi come la Russia, le cui entrate dipendono in larga parte dal settore energetico, devono ora rivedere i conti. A Mosca il ministro delle Finanze Siluanov spiega che il prezzo medio previsto nel bilancio 2016 dovrà essere abbassato da 50 a 40 dollari.
E che, per contenere il deficit, sarà necessaria una “spending review”: “Chiederemo al Parlamento di abbassare tutte le spese del 10%, eccetto quella per la difesa, secondo la decisione già presa dal governo”, ha detto al Forum economico Gaidan. “Il risultato sarà una ‘sforbiciata’ di quasi un miliardo di rubli (quasi 12 milioni di euro, ndr). E neppure questa potrebbe essere sufficiente”, aggiunge.
Nonostante i prezzi del petrolio pesino sulla moneta e sull’economia russa, Mosca non sembra intenzionata a perdere la “guerra di nervi” con l’Opec. La produzione russa è ai massimi storici e gli appelli a un taglio coordinato con i Paesi dell’organizzazione di Vienna per sostenere i prezzi continuano a cadere nel vuoto.