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Gli Stati Uniti colpiscono una nuova nave nei Caraibi: tre morti

Momento dell'impatto del missile con la nave, 20 settembre 2025
Momento dell'impatto del missile con la nave, 20 settembre 2025 Diritti d'autore  Truth Social - Donald Trump
Diritti d'autore Truth Social - Donald Trump
Di Jesús Maturana
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha confermato un nuovo attacco militare contro una nave legata al traffico di droga, mentre il Venezuela denuncia una "guerra non dichiarata" e dispiega truppe in risposta all'operazione militare statunitense nei Caraibi

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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato venerdì che l'esercito ha effettuato un nuovo attacco "letale" contro una "nave affiliata a un'organizzazione terroristica designata", confermando la morte di tre presunti trafficanti di droga.

Attraverso il social Truth, Trump ha precisato che il Pentagono ha ordinato l'attacco contro "tre narcoterroristi a bordo della nave", assicurando che l'intelligence ha confermato che l'imbarcazione trasportava narcotici illeciti attraverso un noto corridoio di traffico di droga.

L'azione fa parte di una vasta operazione militare di Washington nei Caraibi, che comprende almeno otto navi da guerra, un sottomarino a propulsione nucleare e jet da combattimento F-35 di stanza a Porto Rico. Trump non ha specificato il luogo esatto dell'attacco né l'origine della nave attaccata.

Il Venezuela denuncia "esecuzioni seriali" e mobilita le sue forze

Il ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino López ha definito il dispiegamento militare statunitense una "guerra non dichiarata" contro il suo Paese. Secondo Caracas, nelle ultime settimane gli Stati Uniti hanno bombardato almeno tre navi venezuelane, causando circa 15 morti.

Padrino ha criticato Washington per aver fatto ricorso ad attacchi letali invece di detenere e sequestrare le imbarcazioni sospette, sostenendo che le persone sono state "giustiziate nel Mar dei Caraibi, senza il diritto alla difesa".

In risposta, il governo di Nicolás Maduro ha ordinato il dispiegamento di truppe ed esercitazioni militari sull'isola di La Orchila, accusando Washington di voler forzare un "cambio di regime". Il procuratore generale venezuelano Tarek William Saab ha chiesto alle Nazioni Unite di indagare su quelle che ha definito "esecuzioni seriali" di venezuelani nelle acque dei Caraibi.

Reazioni contrastanti nella regione

Il conflitto sta generando reazioni contrastanti in America Latina. Il Costa Rica, attraverso il suo ministro degli Esteri Arnoldo André, ha dichiarato di "non vedere segnali di allarme" per la presenza statunitense, riconoscendo il narcotraffico come "il cancro che sta corrodendo la nostra società" e confermando la sua partecipazione a pattuglie antidroga congiunte con Washington.

Cuba ha invece annunciato una giornata di raccolta firme a sostegno del Venezuela. Il leader comunista Roberto Morales Ojeda ha dichiarato che l'obiettivo è raccogliere milioni di firme per denunciare le "aggressioni" statunitensi, sottolineando che entrambi i Paesi si trovano ad affrontare una "guerra multiforme".

Gli Stati Uniti sostengono che la loro operazione è esclusivamente in risposta alla lotta contro il traffico di droga dal Venezuela, negando piani per un cambio di regime, mentre confermano attacchi a navi utilizzate in attività illecite nei Caraibi.

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