Dopo nove anni alla guida del Canada, Trudeau ha annunciato un passo indietro, complici la crisi interna al suo governo e il netto calo di popolarità. Si è dimesso da leader del partito liberale e ha annunciato che lascerà anche l'incarico di primo ministro
Justin Trudeau ha annunciato le sue dimissioni immediate da leader del partito liberale, e ha aggiunto che lascerà anche il posto di primo ministro del Canada "non appena verrà scelto il nuovo leader". Nelle ore che hanno preceduto la decisione le voci di un possibile passo indietro da parte di Trudeau si erano moltiplicate. In particolare, il quotidiano Globe and Mail, aveva anticipato la sua intenzione di abbandonare l'incarico prima dell'incontro previsto per mercoledì 8 gennaio con i parlamentari del suo partito.
Popolarità in calo per il primo ministro canadese
La crisi è stata aperta con le dimissioni della ministra delle Finanze Chrystia Freeland, uno dei membri più vicini allo stesso Trudeau, con il quale si è però scontrata su un tema caldo in Canada: come si dovrà rispondere nel caso in cui il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump dovesse imporre dazi doganali sui prodotti importati.
Così, anche diversi parlamentari dello stesso partito del primo ministro ne hanno chiesto le dimissioni. Ciò anche in ragione del netto calo di popolarità di Trudeau nell'opinione pubblica del suo Paese: gli ultimi sondaggi indicano che, alle prossime elezioni, il partito liberale potrebbe andare incontro a una cocente sconfitta. In particolare, secondo Ipsos, solo il 26% degli elettori dichiara di essere orientato a votare per l'attuale capo di governo. A svettare nei sondaggi è invece il partito conservatore.
Trudeau è al potere in Canada dal 2015
Le prossime elezioni sono previste per il mese di ottobre, ma il terremoto politico legato alle eventuali dimissioni di Trudeau potrebbero potrebbe anche accelerare i tempi e portare alle urne in anticipo. Sembrano lontanissimi insomma i rapporti di forza del 2015, quando il leader liberale riuscì a portare inaspettatamente il suo partito dal terzo al primo posto, promettendo aperture rispetto alle migrazioni, lotta contro i cambiamenti climatici e un aumento della tassazione sui cittadini più ricchi.
Da allora il suo mandato è stato reso complicato da diversi scandali politici, tra cui le dimissioni dell'allora ministro della Giustizia Jody Wilson-Raybould. Nel 2019, la sua campagna elettorale era stata macchiata poi da immagini che lo ritraevano in diverse occasioni, da giovane, con il viso truccato di marrone.
Trump ha promesso dazi doganali suo prodotti importati da Canada e Messico
Nonostante questi ostacoli, Trudeau ha però mantenuto il potere per nove anni, diventando così il leader più longevo tra quelli del G7. Di recente, però, ha faticato a mantenere un livello sufficiente di popolarità, anche per via della frustrazione dei cittadini canadesi per la crisi legata al carovita.
Come detto, il suo successore dovrà affrontare la questione dei possibili dazi imposti da Trump. Il presidente eletto, che assumerà la carica a gennaio, ha promesso di imporre una tassa del 25% su tutti i prodotti che entrano negli Usa dal Canada e dal Messico, dichiarando di voler combattere l'immigrazione clandestina e la crisi del fetanyl negli Stati Uniti. Gli economisti ritengono che tali dazi danneggerebbero in modo significativo l'economia canadese.