Dopo un lungo e teso colloquio, venerdì mattina il presidente di Movimento democratico, il principale partito di centro francese, è stato incaricato da Macron di formare un nuovo governo: la sfida sarà ottenere il sostegno del parlamento
Dopo giorni di stallo politico il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato François Bayrou primo ministro, incaricandolo di formare il nuovo governo dopo che l'esecutivo di Michel Barnier è stato rovesciato da un voto di sfiducia il 4 dicembre. Lo ha annunciato l'Eliseo in una nota.
Bayrou, 73 anni, è il leader del principale partito di centro, Movimento democratico (MoDem), partner cruciale dell'alleanza centrista di Macron, ma anche sostenitore e guida per lo stesso presidente.
È una figura nota nella politica francese da decenni e la sua esperienza politica è considerata fondamentale negli sforzi per ripristinare la stabilità, dato che nessun partito detiene la maggioranza all'Assemblea nazionale.
L'annuncio della sua nomina è arrivato dopo che Macron e e Bayrou hanno parlato per quasi due ore all'Eliseo venerdì mattina. Secondo fonti della presidenza il lungo colloquio tra i due sarebbe stato molto teso.
Giovedì Macron si era recato in Polonia, ma ha poi deciso di accorciare la visita nell'apparente tentativo di finalizzare la nomina, avendo mancato la scadenza di 48 ore promessa martedì ai leader di partito.
I media francesi riferiscono che la cerimonia di passaggio dei poteri a Matignon tra il primo ministro dimissionario Barnier e il neo premier si terrà alle 17 di venerdì pomeriggio.
Le prime parole di François Bayrou da primo ministro
"È un lungo cammino. Ora i problemi cominciano, ma la riconciliazione è necessaria". Queste le prime parole che il nuovo primo ministro francese ha rivolto ai giornalisti. Bayrou riconosce la "difficoltà del compito" che lo attende, sottolineando che però "ci sono delle strade da trovare per riunire invece di dividere".
"Quando uno compie un lungo cammino e sa dove si dirige, non c'è un minuto andato perso. Non sono il primo ad aver compiuto un lungo cammino", ha proseguito Bayrou citando le parole pronunciate dall'ex presidente socialista Francois Mitterrand appena eletto nel maggio 1981. "Finalmente iniziano i guai", ha detto Bayrou, in una citazione interpretata come una possibile apertura verso le forze di sinistra.
Cosa succede ora
Il nuovo gabinetto sarà svelato nei prossimi giorni. La sfida per Bayrou sarà ora quella di formare un governo che non venga fatto cadere dal Parlamento, diviso in tre blocchi distinti senza una chiara maggioranza dopo che Macron ha indetto elezioni lampo durante l'estate.
Il nuovo primo ministro e il suo gabinetto avranno l'arduo compito di approvare il piano di bilancio nazionale per il 2025 in una Camera bassa aspramente divisa, che ha rovesciato Barner proprio per aver cercato di forzare l'adozione del piano di bilancio per la sicurezza sociale del prossimo anno grazie all'articolo 49.3 della Costituzione, che consente di far passare una legge senza il voto dei deputati ma soltanto mettendo la fiducia sul governo.
Le reazioni dei partiti francesi alla nomina di Bayrou
Il leader del partito del Movimento Democratico (MoDem) gode di una certa popolarità presso alcuni parlamentari del Rassemblement National (Rn) di estrema destra, ma non del sostegno unanime da parte dei membri degli altri partiti.
"In teoria non ci sarà una sfiducia a priori", ha detto il presidente del Rassemblement National Jordan Bardella commentando la nomina di Bayrou a Matignon. "Le linee rosse" del partito "restano le stesse": "La palla - ha detto Bardella - è ormai nel campo di Bayrou. Il nuovo premier deve prendere in considerazione il nuovo dato politico, che rende necessario un dialogo" con tutte le forze politiche.
Più critica la storica leader del partito Marine Le Pen, che ha dichiarato che "un prolungamento del macronismo" con François Bayrou "può soltanto portare all'impasse".
A sinistra, invece, è totale il rifiuto del partito di sinistra radicale La France insoumise, il cui leader Jean-Luc Mélenchon ha già annunciato che presenterà una mozione di sfiducia contro la nuova scelta di Macron.
Il Partito comunista ha parlato di "brutta notizia": "Si ostinerà a voler imporre una politica che ha fallito e che è stata sanzionata?", si chiede in riferimento a Macron su X il segretario nazionale Fabien Roussel. "Noi chiediamo un cambiamento di direzione politica, il rispetto del Parlamento e un governo che non metta la fiducia" per far passare le leggi.
Sulla stessa posizione il Partito socialista, che ha annunciato che resterà all'opposizione perché il presidente "avrebbe dovuto nominare un primo ministro di sinistra". Con una lettera indirizzata a Bayrou e adottata all'unanimità dall'ufficio nazionale del partito, i socialisti hanno posto una serie di condizioni al nuovo premier, a cui hanno chiesto di ricevere tutti i partiti della coalizione di sinistra e del fronte repubblicano.
"Chiediamo un cambiamento di metodo e di rotta politica che determinerà il nostro posizionamento": in primis l'impegno da parte di Bayrou a non far ricorso all'articolo 49.3, in cambio di una "non sfiducia" da parte dei socialisti, e "la garanzia che il governo non si metterà in nessun modo sotto la dipendenza del Rassemblement national, né riprenderà come suo il programma xenofobo" del partito di estrema destra.