Dopo che Israele ha esteso l'offensiva militare al nuovo fronte libanese, le famiglie di Gaza arrivate a Beirut per far curare i loro bambini, grazie all'aiuto del medico Ghassan Abu Sitta, rivivono l'incubo della guerra
Una spirale senza fine: i bambini di Gaza, evacuati e trasferiti in Libano per curare le loro ferite, si trovano ora coinvolti in un'altra guerra, con gravi conseguenze per la loro salute mentale e fisica.
Dopo che Israele ha esteso l'offensiva militare al nuovo fronte libanese, per le famiglie di Gaza arrivate a Beirut l'incubo è ricominciato. Vedono ora la stessa devastazione che ricorda casa loro.
L'impegno del medico per i bambini
Il medico chirurgo britannico-palestinese, Ghassan Abu Sitta, responsabile della Fondazione che porta il suo nome, ha facilitato l'arrivo di molti bambini in Libano.
“Abbiamo cercato di tenerli il più vicino possibile all'ospedale e di proteggerli - ha dichiarato Ghassan Abu Sitta - Voglio dire, c'è la sensazione che ci siano già passati e che sia stato fatto molto lavoro in termini di salute mentale e stress post-traumatico. Quindi, è dura per loro non sapere se il trattamento continuerà o meno”.
La Fondazione Ghassan Abu Sitta ha smesso di portare in Libano i bambini palestinesi feriti, ma continua a curare i pazienti già arrivati, dedicandosi anche alla cura di altri minori libanesi.
Dall'ottobre 2023 sono stati feriti oltre 1200 bambini libanesi.
Ghassan Abu Sitta, con l'Europa relazioni complicate
Ghassan Abu Sitta ha condotto missioni mediche in Palestina dalla Prima Intifada e operato in diversi teatri di guerra, Siria, Yemen, Iraq e Libano. Dopo mesi passati a lavorare come volontario negli ospedali di Gaza, a maggio è stato messo al bando dall'area Schengen.
Ma il divieto di ingresso nell'Unione europea - impostogli su pressione della Germania per "ragioni di ordine pubblico" - gli è stato revocato di poco più di una settimana.
Abu Sitta è una voce importante nel monitoraggio del rispetto dei diritti umani, in particolare a Gaza e nei Territori Occupati. Le sue dichiarazioni sul genocidio operato da Israele e sulle ulteriori responsabilità dell'Unione europea e degli Stati Uniti gli hanno reso la vita difficile, ma "mi hanno dato la possibilità di raccontare ciò che ho visto e gli hanno dato vasta eco", ha detto il medico.