I miliziani delle Forze di supporto rapido avrebbero abbattuto un jet forse legato agli Emirati Arabi Uniti con un cittadino russo a bordo
Il corpo diplomatico russo sta indagando sulle affermazioni secondo cui le Forze di supporto rapido (Rsf), organizzazione paramilitare sudanese, avrebbero abbattuto un jet cargo nell'estremo ovest del Paese, nel Darfur, lunedì sera.
L'ambasciata russa a Khartoum, capitale del Sudan, ha confermato che i suoi diplomatici stanno indagando sull'incidente avvenuto nella regione settentrionale di Malha, nel Darfur, vicino al confine con il Ciad. Secondo l'ambasciata, cittadini russi potrebbero essere stati a bordo al momento dell'incidente.
In un filmato diffuso online, i combattenti dell'Rsf in festa sembrerebbero mostrare un campo ricoperto di detriti ancora fumanti prima di sventolare davanti alla telecamera quelli che parrebbero dei documenti d'identità.
Tuttavia, i documenti mostrati nel filmato dal luogo dell'incidente suggeriscono che l'aereo era affiliato a una compagnia aerea precedentemente legata agli Emirati Arabi Uniti, che si sarebbero impegnati ad armare le Forze di supporto rapido. Gli Emirati hanno ripetutamente negato di essere coinvolti nel conflitto.
Un conflitto sanguinoso e prolungato
L'Rsf è in guerra con l'esercito sudanese (Saf) dall'aprile 2023. Il Sudan si trova in una situazione di instabilità da quando, nel 2019, una rivolta popolare ha portato alla caduta del dittatore Omar al-Bashir, al potere da trent'anni.
Al Bashir, che ora si trova in una prigione controllata dai militari statali, dovrà affrontare le accuse della Corte penale internazionale secondo le quali avrebbe condotto un genocidio nel Darfur con la complicità dei Janjaweed, i miliziani precursori dell'Rsf.
Dopo la caduta di Al Bashir, il tentativo di transizione verso la democrazia è deragliato quando il generale Abdel-Fattah Burhan, a capo dell'esercito, e il generale Mohammed Hamdan Dagalo, capo delle Forze di supporto rapido, hanno unito le forze per condurre un colpo di stato militare nell'ottobre 2021. Solo 18 mesi dopo, le due formazioni hanno bruscamente interrotto l'alleanza, dichiarandosi guerra a vicenda.
Mentre l'esercito sudanese ha ottenuto il sostegno di Iran, Egitto e Ucraina, le Forze di supporto rapido hanno ottenuto il supporto degli Emirati Arabi Uniti e della Russia. Il coinvolgimento di questi attori ha fatto sì che il Sudan diventasse un altro campo di scontro tra le forze ucraine e russe.
Nonostante le ripetute smentite degli Emirati Arabi Uniti, le Nazioni Unite hanno dichiarato che le accuse di aver armato l'Rsf mosse contro gli Emirati Arabi Uniti sono "credibili". Gli emiratini non hanno risposto a una richiesta di commento sull'abbattimento dell'aereo.
La guerra in Sudan ha causato la morte di 24mila persone, secondo la ong Armed conflict location and event data, che ha monitorato le violenze sin dall'inizio del conflitto, che coinvolge principalmente la zona della capitale Khartoum e quella del Darfur.
I paramilitari avrebbero abbattuto un "aereo da guerra straniero"
In un comunicato, le forze paramilitari hanno dichiarato di aver abbattuto un "aereo da guerra straniero" che stava aiutando l'esercito sudanese. L'Rsf ha anche affermato, senza fornire prove, che il velivolo avrebbe sganciato barili bomba sui civili.
"Tutti i mercenari stranieri a bordo dell'aereo sono stati eliminati durante l'operazione", si legge nel comunicato. I filmati dei telefoni cellulari hanno mostrato i combattenti tra i rottami fumanti dopo aver abbattuto l'aereo con un missile terra-aria.
I documenti d'identità mostrati nei video includevano un passaporto russo e un documento d'identità riconducibile a una società con sede negli Emirati Arabi Uniti, il cui numero di telefono risulta scollegato.
Una carta di sicurezza accartocciata, anch'essa presumibilmente proveniente dall'aereo, identificava il mezzo come un Ilyushin Il-76 operato dalla New way cargo del Kirghizistan.
I funzionari dell'aviazione civile del Kirghizistan non hanno risposto a una richiesta di commento nella tarda serata di lunedì, ma il sito web Osint aviation safety network è stato in grado di confermare quanto contenuto nelle immagini dei paramilitari.
La ong Conflict observatory, finanziato dal Dipartimento di Stato americano e che ha monitorato la guerra in Sudan, in un recente rapporto ha collegato gli Ilyushin Il-76 di New Way Cargo all'armamento dell'Rsf.
Il rapporto afferma che la compagnia aerea ha facilitato i trasferimenti di armi degli Emirati Arabi Uniti attraverso voli verso l'aeroporto Maréchal Idriss Deby di Amdjarass, in Ciad, dove pare fosse diretto l'aereo. Amdjarass è molto vicina al confine col Sudan e a Malha, dove sarebbe avvenuto l'abbattimento.
Gli Emirati Arabi Uniti non hanno negato l'esistenza di questi voli, ma hanno affermato che il loro scopo è quello di fornire supporto a un ospedale locale.
"Gli Emirati Arabi Uniti hanno usato l'aeroporto come punto intermedio per facilitare l'invio di armi all'Rsf", si legge nel rapporto. Conflict observatory ha anche sottolineato come gli Emirati abbiano offerto un prestito di 1,5 miliardi di dollari (1,3 miliardi di euro) per i lavori di espansione dell'aeroporto.