Il presidente della Bolivia, Luis Arce, ha definito la situazione "il più grande disastro ambientale nazionale". Migliaia di soldati e vigili del fuoco volontari sono mobilitati contro il fuoco
Più di 20 case sono bruciate in una comunità nella regione amazzonica boliviana di Riberalta, devastata dagli incendi. È solo l'ultimo dei roghi che stanno imperversando in diversi territori boliviani, in particolare in Chiquitania e nelle valli di Santa Cruz. Un'altra area colpita è quella di Beni, nell’Amazzonia boliviana, nel nord-est del Paese. Gli ettari ridotti in cenere finora sono oltre 7 milioni.
Lunedì il presidente del Paese, Luis Arce, ha definito la situazione "il più grande disastro ambientale nazionale". Migliaia di soldati e vigili del fuoco volontari sono mobilitati, così come gli aerei cisterna, nel tentativo di arginare le fiamme.
Secondo il Centro Nacional de Monitoreo Contra Incendio, l’indice di qualità dell’aria ha raggiunto quota 372. Si tratta di un livello “molto negativo” che colpisce soprattutto le persone con problemi respiratori e causa irritazione agli occhi e alla gola.
L‘Autoridad de Fiscalización y Control Social de Bosques y Tierra (ABT) ha citato 344 persone e avviato 94 procedimenti penali per aver acceso illegalmente fuochi e provocato incendi.
Il 30 settembre il governo boliviano ha dichiarato lo stato di calamità nazionale.