Nella notte Israele ha bombardato la valle del Beqaa e il sud del Libano per il quarto giorno consecutivo, causando la morte di almeno quaranta persone. L'Idf ha detto di aver colpito 75 obiettivi di Hezbollah, mentre dal Libano sono stati lanciati 45 razzi verso il nord d'Israele senza conseguenze
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Nella notte tra mercoledì e giovedì Israele ha ripreso a bombardare il Libano per il quarto giorno consecutivo.
In un aggiornamento operativo sul suo canale ufficiale su Telegram, l’esercito israeliano ha detto di aver colpito "circa 75 obiettivi" di Hezbollah nella valle della Beqaa e nel sud del Libano. Gli obiettivi includevano “strutture di stoccaggio di armi, lanciatori pronti al fuoco, terroristi e infrastrutture terroristiche”.
L'Idf ha anche dichiarato che nell'area della Galilea occidentale "sono stati rilevati circa 45 lanci che hanno attraversato il territorio del Libano" e che "alcuni di essi sono stati intercettati e gli altri sono caduti in aree aperte".
I bombardamenti israeliani sono tra i più intensi di sempre in termini di target colpiti, più di duemila in soli tre giorni, e numero di morti, oltre seicento, e continuano a mietere vittime anche tra i civili. Le autorità libanesi hanno riferito che nella tarda serata di mercoledì un attacco israeliano contro un edificio di tre piani nella città di Younine ha ucciso almeno 23 persone, tutte siriane e la maggior parte delle quali donne e bambini. Altre otto persone sono rimaste ferite.
Il bilancio è ulteriormente salito giovedì mattina: il ministero della Sanità libanese ha dichiarato che 17 persone sono state uccise dagli attacchi israeliani durante la notte.
Altre 72 persone sono state uccise e centinaia sono state ferite durante la giornata di mercoledì, quando la portata geografica delle ostilità tra Israele e Hezbollah si è ampliata, con Israele che per la prima volta ha preso di mira le montagne a nord di Beirut e Hezbollah che ha puntato un missile a lungo raggio contro Tel Aviv.
Netanyahu: "Continuare i combattimenti con piena forza"
Najib Mikati, primo ministro ad interim del Libano, ha dichiarato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite mercoledì che Israele sta violando la sovranità del suo Paese “inviando i suoi aerei da guerra e i suoi droni nei nostri cieli, uccidendo i nostri civili, compresi giovani, donne e bambini, distruggendo le case e costringendo le famiglie a fuggire”. Mikati ha dichiarato che gli ospedali sono sovraccarichi e non sono in grado di accogliere altre vittime.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, invece, giovedì ha dato istruzioni all'Idf "di continuare i combattimenti con piena forza e secondo i piani che gli sono stati presentati".
Con questa dichiarazione l'ufficio di Netanyahu ha smentito la notizia secondo cui il primo ministro avrebbe ordinato all'esercito di moderare i combattimenti al confine con il Libano e avrebbe preso in considerazione la proposta franco-statunitense di un cessate il fuoco di 21 giorni con Hezbollah per consentire di risolvere le tensioni per vie diplomatiche. "La notizia di un cessate il fuoco non è vera. Si tratta di una proposta alla quale il primo ministro non ha nemmeno risposto".