In uno dei penitenziari di Haiti dai quali sono fuggiti migliaia di detenuti nelle scorse settimana è divampato un incendio
Un incendio è divampato in un penitenziario nazionale di Haiti, dove lo scorso fine settimana alcune bande hanno sferrato un attacco e liberato almeno 3.800 detenuti. La nazione caraibica è attualmente in stato di emergenza. Diverse gang criminali controllano la maggior parte della capitale e numerose strade nel resto del Paese.
Ma le dimissioni dell'impopolare primo ministro Ariel Henry, rassegnate lunedì, aprono le porte a una transizione incerta. "Pensiamo di aver bisogno di un altro governo, un esecutivo che capisca il Paese. Dobbiamo trovare una persona valida che capisca come governare, che sappia gestire i problemi, che sappia come funzionano gli altri Paesi e possa fare la stessa cosa qui. Il Paese non può essere lasciato in questo modo, noi haitani non possiamo vivere in questo tipo di situazione", spiega un cittadino."
"I nostri soldi non valgono più nulla"
"Ad Haiti c'è solo miseria - prosegue - come possiamo trovare da mangiare? I nostri soldi non hanno valore. Tempo fa 5 gourdes (la moneta haitiana) potevano essere scambiati con 1 dollaro statunitense, ora 5 gourdes non valgono nulla, non si possono ottenere nemmeno 5 centesimi ".
Il Kenya, con mille militari, guiderà una missione di sicurezza approvata dalle Nazioni Unite per affrontare la violenza delle bande che affligge la nazione più povere della Terra.