Al meeting di Granada Vikor Orbán e Andrzej Duda si sono opposti fermamente alle proposte dell'Ue sull'immigrazione. I due leader sostengono di subire pressioni dagli alleati europei
Al vertice dell'Unione europea tenutosi a Granada, in Spagna, è scoppiato un forte dibattito sul tema dell'immigrazione. Polonia e Ungheria si oppongono fermamente alle riforme proposte per far fronte ai flussi migratori che, seguendo varie rotte, arrivano in Europa e, principalmente, in Italia.
Viktor Orbán sostiene che 27 paesi non saranno in grado di trovare un compromesso. Ha accusato i partner europei di aver costretto Budapest e Varsavia ad accettare le proposte.
Secondo il primo ministro ungherese Ungheria e Polonia sarebbero state tenute fuori dalle ultime riunioni in cui si è discusso delle proposte.
"Ora non c'è alcuna possibilità di raggiungere un compromesso. - ha detto - Politicamente è impossibile non oggi,ma in generale".
Il presidente polacco Andrzej Duda ha dichiarato che anche Varsavia si oppone fermamente alle riforme migratoria. "Diciamo costantemente di no tutto il tempo".
Il progetto proposto è quello di introdurre nuove regole per costringere i paesi dell’UE a un meccanismo di solidarietà per la ricollocazione degli immigrati clandestini nei vari territori.
Tra i leader presenti al vertice figurano il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro ad interim spagnolo Pedro Sánchez e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
Oltre al tema dell'immigrazione venerdì i leader dell’Ue hanno dovuto affrontare uno dei grattacapi politici che da mesi monopolizza il dibattito politico: come e quando accogliere nel blocco l’Ucraina così come anche altri paesi dei Balcani occidentali e la Moldavia.