Calcio spagnolo, "tolleranza zero" contro la deriva sessista in Federazione

Sessione di allenamento della Nazionale femminile spagnola di calcio in Svezia
Sessione di allenamento della Nazionale femminile spagnola di calcio in Svezia Diritti d'autore JONATHAN NACKSTRAND/AFP or licensors
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Di Euronews
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La Nazionale spagnola femminile di calcio torna in campo. Revocato lo sciopero dopo lo scandalo sessista che ha fatto saltare i vertici della Federcalcio

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Un mese dopo lo scandalo del bacio rubato dall'ex presidente della federcalcio spagnola Rubiales nei confronti della giocatrice Jenni Hermoso, le atlete della nazionale mettono fine allo sciopero.
La decisione arriva dopo la serie di incontri fiume sul cambio a vertici della federazione.
Alexia Putellas, vincitrice di due Palloni d'Oro, parla di ''tolleranza zero'' nei confronti della deriva sessista alla quale si è assistito anche durante la Coppa del Mondo in Australia.

"Alcuni eventi inaccettabili sono accaduti. C'è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso con l'assemblea della federazione che è seguita - dice Putellas - Ed è stato allora che abbiamo pensato che non dovesse più succedere e non volevamo farne parte. Abbiamo ritenuto che quello che è successo alla nostra compagna, e di conseguenza a tutte noi, richiedesse tolleranza zero."

La riforma della federcalcio spagnola

Putellas si è detta fiduciosa sul fatto che possa esserci un vero cambiamento perché l'accordo con la federazione ha incluso la creazione di un comitato di supervisione, composto da giocatrici, dirigenti della RFEF (le iniziali della federazione) e funzionari governativi, per monitorare le modifiche da apportare.

Dopo le riunioni, la Federazione ha anche licenziato il segretario generale Andreu Camps, considerato vicino all'ex presidente Rubiales. Le giocatrici avevano precedentemente chiesto cambiamenti in altri dipartimenti della RFEF per rimuovere chiunque avesse "incitato, coperto o applaudito" atti e atteggiamenti sessisti.

Nel frattempo, la Roja torna dunque ad allenarsi dopo la vittoria della Coppa del Mondo.

La protesta stava per far saltare la partita ufficiale contro la Svezia, il primo dei match della Nations League.

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