Amnesty International: "Il doppio standard dell'Occidente sui diritti umani"

Le violazioni dei diritti civili, secondo Amnesty
Le violazioni dei diritti civili, secondo Amnesty Diritti d'autore Gregory Bull/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
Di Euronews
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Il report di Amnesty: nel mirino il diverso trattamento dei richiedenti asilo a seconda del Paese d'origine

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I diritti umani valgono di più a seconda dei Paesi d'origine dei richiedenti asilo.
La denuncia è nero su bianco nel report di Amnesty International, che richiama i "doppi standard razzisti" adottati dall'Occidente in relazione alle violazione dei diritti umani.

Amnesty porta come esempio il trattamento dei rifugiati ucraini rispetto ad altri profughi.

Dice Philip Luther, consulente senior per la ricerca e le politiche di Amnesty International: "Non è stato garantito lo stesso trattamento a chi scappava dalla guerra e dalla repressione in Siria e in Afghanistan. Anche gli Stati Uniti, ovviamente, che hanno criticato a gran voce l'aggressione della Russia all'Ucraina, hanno accolto decine di migliaia di ucraini in fuga dalla guerra, ma hanno ad esempio sottoposto i richiedenti asilo di Haiti a detenzioni arbitrarie e a maltrattamenti umilianti che equivalgono a torture su base razziale".

L'organizzazione sottolinea inoltre che alcuni passi compiuti contro la Russia, come il voto dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite per condannare le sue azioni in Ucraina e l'apertura di un'indagine da parte della Corte penale internazionale sui crimini in Ucraina, sono stati controproducenti.

"Anche gli Stati europei, tra gli altri, hanno mostrato due pesi e due misure perché, pur condannando la Russia, hanno condonato o sono stati complici di gravi violazioni da parte dei loro alleati Arabia Saudita, Egitto e Israele, tra gli altri. L'anno scorso - continua Luther - la Russia è stata in grado di usare il suo potere di veto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, cosa che non può continuare".

Un'altra delle richieste avanzata da Amnesty riguarda l'introduzione di nuove leggi per affrontare il disagio sociale e le proteste. L'organizzazione chiede ai governi di mettere un freno all'utilizzo della forza e di sostenere il dialogo e i negoziati

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