Boris Johnson nega di aver mentito al Parlamento britannico

Boris Johnson giura sulla Bibbia prima di una interrogazione parlamentare
Boris Johnson giura sulla Bibbia prima di una interrogazione parlamentare Diritti d'autore House of Commons/UK Parliament/UK Parliament
Di Isidoro Patalano Agenzie:  AP
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L'ex primo ministro britannico Boris Johnson è stato messo sotto torchio da una commissione parlamentare per aver mentito circa gli scandali del partygate avvenuti a Downing Street nel 2021 durante il lockdown imposto dal suo stesso governo.

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Boris Johnson ha insistito "con la mano sul cuore" mercoledì di non aver mai mentito al Parlamento britannico circa la serie di feste tenutesi a Downing Street nel 2021 che hanno violato le norme Covid imposte dal suo stesso governo.

L'ex premier britannico è stato messo sotto torchio da una commissione parlamentare mercoledì. Se le sue dichiarazioni risultassero mendaci il risultato dell'indagine  potrebbe danneggiare o addirittura porre fine alla sua tumultuosa carriera politica.

La commissione per gli standard della Camera dei Comuni ha interrogato l'ex inquilino di 10 di Downing Street in merito alle dichiarazioni fuorvianti rilasciate al Parlamento sul cosiddetto "partygate" avvenuto negli edifici governativi nel 2021, nel pieno della pandemia, che hanno violato le regole imposte per contrastare la diffusione del coronavirus.

Johnson è uscito allo scoperto, dicendo alla commissione dopo aver giurato su una Bibbia: "Mano sul cuore... Non ho mentito alla Camera".

"Se qualcuno pensa che io abbia fatto festa durante il lockdown, si sbaglia di grosso". Si è difeso così l'eclettico ex primo ministro durante l'interrogazione durata varie ore.

House of Commons/UK Parliament/UK Parliament
Boris Johnson interrogato da una commissione parlamentareHouse of Commons/UK Parliament/UK Parliament

Boris Johnson ha anche criticato la commissione, composta da quattro membri conservatori e tre laburisti, dicendo che stava agendo come "investigatore, pubblico ministero, giudice e giuria".

Se la commissione concluderà che Boris Johnson ha mentito deliberatamente, probabilmente finiranno le speranze di un ritorno al potere per il politico 58enne, che ha guidato il partito conservatore a una vittoria schiacciante nel 2019, ma potrebbe addirittura dover dire addio alla sua carriera politica.

Johnson è stato forzato a dimettersi come leader dei Tory, e quindi primo ministro del Regno unito, nel luglio 2022 dopo essere rimasto invischiato in una serie di scandali come il partygate, ma anche alcune donazioni ricevute dal partito Conservatore.

"Se qualcuno pensa che io abbia fatto festa durante il lockdown, si sbaglia di grosso
Boris Johnson
Ex primo ministro del Regno unito

Dopo che le notizie sono iniziate a trapelare nel dicembre 2021, Johnson ha ripetutamente rassicurato il parlamento e gli elettori che lui e il suo staff avevano sempre seguito le regole.

In un dossier di oltre 100 pagine riguardo alcune affermazioni che si erano rivelate errate Johnson ha ammesso di aver sbagliato, ma si è difeso dicendo di essere "in buona fede".

"Mi scuso per aver inavvertitamente fuorviato la Camera, ma dire che l'ho fatto incautamente o deliberatamente è del tutto falso", ha aggiunto.

House of Commons/UK Parliament/UK Parliament
Boris Johnson interrogato da una commissione parlamentareHouse of Commons/UK Parliament/UK Parliament

In un rapporto intermedio di questo mese, la commissione ha affermato che le prove suggeriscono fortemente che sarebbe stato "ovvio" per l'ex premier che i festini di Downing Street violavano le regole di isolamento.

Ma Johnson ha affermato che non gli è mai venuto in mente che gli eventi - che includevano in vario modo torte, formaggio, certamente, vino e alcolici come nei migliori party d'oltremanica e il party natalizio - violassero le restrizioni sulla socializzazione che il suo stesso governo aveva imposto al paese.

Ha detto che una festa di compleanno tenutasi il 19 giugno 2020 nessuno ha cantato "Happy Birthday" e la "torta con la (bandiera britannica) Union Jack è rimasta nella sua confezione, senza che io me ne accorgessi".

Johnson ha detto che i suoi "consiglieri fidati" gli hanno assicurato che né le regole legalmente vincolanti né le linee guida del governo sul coronavirus sono state violate.

Tuttavia diversi funzionari hanno negato di non aver consigliato a Johnson di seguire sempre le linee guida. Le prove scritte rilasciate dalla commissione mercoledì hanno mostrato che il principale segretario privato Martin Reynolds ha detto di aver "messo in dubbio che fosse realistico sostenere che tutte le linee guida fossero state seguite in ogni momento".

La polizia ha emesso un totale di126 multe ai partecipanti delle serate, dei party alcolici e del rituale "vino del venerdì", tra cui una a Johnson.

Il partygate è tra gli scandali abbattutisi sul governo dell'ex primo ministro che hanno contribuito ad accelerare la fine dei suoi tre anni di mandato.

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