Nell'ultimo decennio, l'Europa è stata attanagliata da crisi economiche, dure misure di austerità, disordini sociali e una pandemia globale che ha causato la morte di oltre 2 milioni di persone in tutto il continente
Il 10 dicembre 2012, con una decisione unanime del Comitato norvegese per il Nobel, il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato all'Unione europea "per il suo contributo al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa".
Da allora, l'Europa ha affrontato crisi economiche, dure misure di austerità, disordini sociali e una pandemia globale che ha causato la morte di oltre 2 milioni di persone in tutto il continente. La guerra in Ucraina è un'ultiore sfida per l'Unione: il conflitto sta scuotendo il sistema multilaterale globale dalle fondamenta.
Gli europei che sognavano un continente in pace con sé stesso sono ora testimoni di cambiamenti sismici nell'equilibrio di potere globale che potrebbero cambiare il mondo per sempre. In una serie di interviste esclusive, Euronews ha chiesto ai leader europei la loro opinione sugli errori più gravi del passato e sulle sfide più importanti per il futuro, nella speranza di capire cosa ci riserva il futuro.
"L'Unione europea è il più grande progetto mai realizzato nella storia dell'Europa - ha dichiarato Herman Van Rompuy, primo presidente permanente del Consiglio europeo -. Quindi, quando assistiamo a quello che viene definito disfacimento dell'Unione europea... la pace è a rischio".
Nel 2012 l'Europa era attanagliata dalla crisi dell'euro. Sono state adottate misure di austerità, mentre migliaia di persone protestavano nelle strade di molte capitali europee. "All'epoca, molti analisti prevedevano il crollo dell'euro, l'uscita della Grecia dall'euro. Non è successo. Al contrario, ora abbiamo più Paesi che aderiscono all'euro - ha spiegato l'ex presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso -. Questo ha dimostrato la grande capacità di recupero dell'Unione europea".
"Penso che se non fosse per l'Europa, ognuno andrebbe per la sua strada - ha spiegato Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo -. L'istinto è sempre quello, di chiudere le frontiere, di guardarsi dentro. Ma se c'è una cosa che cla storia ci ha dimostrato e insegnato è che stare insieme ci rende molto più forte. Dobbiamo lottare per questo. Credo che la cosa più importante sia spiegarlo alla gente".
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