I pubblici ministeri ipotizzano una precisa scelta aziendale dietro la crisi finanziaria del club bianconero
L'inchiesta aperta dalla Procura di Torino, denominata Prisma, per la quale anche Federcalcio e UEFA hanno aperto un’indagine, impone alla Juventus (e ai suoi dirigenti dimissionari) di affrontare e vincere sfide ben più importanti di quelle relative al campo di gioco.
A detta dei pubblici ministeri, infatti, ci sarebbe una precisa scelta aziendale dietro la crisi finanziaria del club, dovuta alla crescita dei costi per acquisti e stipendi dei calciatori.
L'obiettivo degli inquirenti è verificare eventuali irregolarità attraverso i bilanci societari, non solo attraverso l'ausilio degli accertamenti della Guardia di Finanza ma anche di numerose intercettazioni telefoniche.
Anche il Collegio sindacale interno della società non è convinta della bontà dell'operato relativo agli stipendi confermando, in buona sostanza, i dubbi dei revisori.
La Procura, tra l'altro, avrebbe richiesto agli avvocati di Cristiano Ronaldo la consegna del documento segreto sui "soldi extra" che la Juventus avrebbe dovuto versargli.
Intanto, nuova seduta in calo per la società bianconera in Borsa: il prossimo, decisivo Consiglio di amministrazione è previsto il 18 gennaio prossimo,