Sempre più accorato l'appello del Papa per la pace in Ucraina

Francesco all'Angelus
Francesco all'Angelus Diritti d'autore 2 ottobre '22
Di Paolo Alberto Valentiansa
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Il Pontefice all'Angelus si è rivolto direttamente a Putin con una pubblica supplica e ha chiesto al presidente ucraino di accettare la trattativa

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"Il mio appello si rivolge innanzitutto al presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte. D'altra parte, addolorato per l'immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell'aggressione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al presidente dell'Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace". Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus, dedicando oggi alla situazione in Ucraina la sua riflessione prima della preghiera mariana**"A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle Nazioni -** ha proseguito il Pontefice - chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo". "Per favore - ha aggiunto - facciamo respirare alle giovani generazioni l'aria sanata della pace, non quella inquinata della guerra, che è una pazzia! Dopo sette mesi di ostilità si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati, per far finire questa immane tragedia".

Toni insoliti

Le parole di Francesco all'Angelus del 2 ottobre 2022 hanno assunto un tono particolarmnte accorato e vastamente preoccupato per le sorti stesse dell'umanità. Un Angelus che in tanti hanno definito atipico proprio per la gravità del momento, la seria minaccia dello scontro termonucleare che non si era mai percepita così vicina e teoricamente incrontrollabile, una situazione che si può ben definire peggiore della crisi dei missili sovietici a Cuba che in realtà non erano che una risposta al dispiegamento contro l'URSS di batterie termonucleari statunitensi in Turchia e Puglia.

"Mi affliggono i fiumi di sangue"

Anche se il Pontefice non ha mai nominato i contendenti russo e ucraino il riferimento è stato ben più che esplicito davanti a un teatro di guerra che rappresenta veramente una ferita sanguinante nel cuore dell'Europa e potrebbe allargarsi all'intera Europa. “Mi affliggono i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi. Mi addolorano - ha affermato il Papa - le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori. Certe azioni non possono mai essere giustificate, mai! È angosciante che il mondo stia imparando la geografia dell’Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l’umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? È assurdo”.

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