Attentati di Charlie Hebdo, parte l'appello di due dei terroristi

corona di fiori commemorativa della redazione di Charlie Hebdo
corona di fiori commemorativa della redazione di Charlie Hebdo Diritti d'autore Michel Euler/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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I due, condannati rispettivamente a 20 e 30 anni per aver agevolato gli attentatori fornendo armi e supporto, contestano la loro partecipazione diretta agli attacchi che insanguinarono Parigi

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Gli attentanti del 2015 alla sede di Charlie Hebdo tornano in aula a Parigi: alla sbarra stavolta ci sono soltanto due dei 17 imputati del processo originario, che hanno fatto ricorso avendo sempre contestato il coinvolgimento diretto in quella serie di attacchi terroristici che tra Parigi e Porte de Vincennes costò la vita a 17 persone.

Il primo, Ali Riza Polat, è stato condannato a 30 anni per aver aiutato Amedy Coulibaly, il terrorista che dopo aver ucciso una poliziotta municipale condusse l'attacco al supermercato ebraico iperkosher

Amar Ramdani è stato condannato invece a 20 anni di carcere per aver fornito armi a uno dei jihadisti, che aveva conosciuto in prigione, aiutandolo in seguito nel suo progetto stragista. 

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membri della comunità musulmana rendono omaggio all'ufficiale di polizia Ahmed Merabet, ucciso durante gli attentati del 7 gennaio 2015Adrienne Surprenant/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved

Un incubo che torna a riaprirsi, come spiega Lassana Bathily, vittima dell'attacco dell'Hyper Cacher e parte civile.

"Non voglio tornare in tribunale, ndr, spero che tutto vada bene, spero che non dovremo fare un altro appello perchè vogliamo che questa storia finisca, tutti vogliono riprendere una vita normale, tranquilla, come prima. Perché ogni volta, processo dopo processo, tutto questo ci fa rivivere le stesse cose"

D'altra parte, gli avvocati di Charlie Hebdo promettono di continuare a dare battaglia fin quando sarà necessario

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L'avvocato di Charlie Hebdo, Richard Malka, dopo un'udienza del processo nel 2020Michel Euler/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.

"C'è qualcosa di meraviglioso nella libertà di espressione - spiega il legale Richard Malka, - che è una libertà che si realizza da sola, basta esercitarla perché trionfi, basta non avere paura. Quindi non c'è motivo di avere paura in quest'aula, parleremo liberamente, di tutti gli argomenti, ed è questo il senso di questo processo, è questo che stiamo aspettando".

Avvenuto nel gennaio 2015, al termine delle festività natalizie, l'attacco inaugurò una stagione di terrore nel cuore d'Europa: il 7 gennaio, 12 persone furono falcidiate nella redazione del giornale satirico, mentre il giorno dopo Amedy Coulibaly e i fratelli Kouachi, presi all'angolo dalle forze di sicurezza, si rifugiarono nell'Iper Kosher, portandosi via altre 5 vite

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