Continuano le esercitazioni militari cinesi intorno a Taiwan. Appelli alla de-escalation da parte di Australia e Lettonia
Le esercitazioni militari cinesi al largo di Taiwan proseguono dopo lo sconfinamento di 22 jet e il lancio di missili Dongfeng nel mare che circonda l'isola, all'indomani della visita a Taipei della presidente della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi.
Una prova muscolare a cui Taiwan risponde con due cicli di tiri d'artiglieria con munizioni vere.
La ministra degli Esteri australiana Penny Wong continua a sollecitare la de-escalation, e - dice - "questa non è una richiesta della sola Australia: l'intera regione è allarmata, l'intera regione chiede che venga ripristinata la stabilità".
Preoccupato anche il ministro degli Esteri lettone, Edgars Rinkevics: "C'è una sorta di crescente aggressività della Cina, non solo in questa parte del mondo, ma a livello globale. La Cina sta anche osservando molto attentamente ciò che sta accadendo in Europa e in Ucraina. È quindi molto importante che si trasmetta lo stesso tipo di messaggio sulla necessità di moderazione, di non reagire in modo eccessivo e di non creare un altro punto caldo regionale e globale".
Non si sana dunque lo strappo dopo la visita di Pelosi.
Nessuna distensione: il Comando orientale dell’Esercito popolare di liberazione cinese ha reso noto che le manovre militari proseguono anche nel mare e nello spazio aereo intorno a Taiwan, con operazioni congiunte anti-sottomarino e di assalto marittimo.