Un tribunale turco ha deciso di sospendere il processo in contumacia a 26 cittadini sauditi accusati dell’uccisione dell’editorialista del Washington Post e trasferire il caso in Arabia Saudita
Un tribunale turco ha deciso di sospendere il processo in contumacia a 26 cittadini sauditi accusati dell’uccisione dell’editorialista del Washington Post, Jamal Khashoggi, e di trasferire il caso in Arabia Saudita.
La decisione arriva dopo che il ministero della Giustizia turco ha valutato la richiesta di chiudere il caso, avanzata il 31 marzo scorso dal procuratore incaricato, per il quale tutti i sospetti sono all'estero e non è stato possibile arrestarli.
Nota per le sue critiche al regime saudita, la vittima, residente negli Stati Uniti, fu uccisa il 2 ottobre 2018 nel consolato saudita di Istanbul, dopo essersi recata ad un appuntamento per ritirare i documenti necessari a sposare la sua fidanzata, di nazionalità turca.
L'Intelligence statunitense sostiene si sia trattato di un crimine commissionato dal principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman.
Alcuni media sostengono che il trasferimento del caso all'Arabia Saudita sia una "condizione" per migliorare le relazioni con Ankara, impantanata in una grave recessione economica.