Altro anno al ribasso per il settore turistico in Italia: l'aumento dei contagi affossa il comparto. Chieste misure di sostegno urgenti
È la cronaca di un'agonia annunciata: la risalita dei contagi a causa della variante Omicron è la zavorra che tira giù l'industria dell'accoglienza in Italia per il secondo anno di fila.
Settore turistico, secondo anno al ribasso
Secondo i dati diffusi da Confcommercio, solo per lo scorcio di Natale, Capodanno ed Epifania sono stati 5 milioni i soggiorni cancellati e poco di più quelli ridotti. A questo si aggiungono 7 milioni di viaggi in sospeso.
La pandemia mette a dura prova la resilienza del settore turistico, rivoluzionato nel dna dalla congiuntura sanitaria: il format è quello sobrio di meno turisti, in generale autarchici, che stanno fuori casa per 2 giorni di media, con una spesa ridotta rispetto alla stagione pre Covid.
Anche la Coldiretti fotografa uno scenario critico: secondo l'associazione dei coltivatori diretti, sono a rischio le vacanze di 10 milioni di italiani, per una spesa di poco più 4 miliardi (solo prendendo a riferimento i turisti nazionali), dei quali quasi 1/3 destinato al cibo, tra regali gourmet, pranzi e cenoni in ristoranti e agriturismi.
Secondo gli addetti ai lavori, il governo deve sostenere tutte le componenti della filiera con ammortizzatori sociali, ma anche con interventi fiscali, contributi a fondo perduto e misure che facilitino l'accesso al credito. La priorità è quella della proroga della cassa integrazione, in scadenza il 31 dicembre, per le attività ferme a causa dell'emergenza sanitaria e la decontribuzione per le micro imprese che non possono fare affidamento su altri strumenti di sostegno. Chiesti anche incentivi immediati per le discoteche, chiuse per decreto.