L'italo-kosovara era una fervente sostenitrice dell'ISIS. Suo marito era parente dell'attentatore di Vienna
Si faceva chiamare la "sposa pellegrina" (Al Muhajirah) B.T., la 19enne arrestata con l'accusa di terrorismo internazionale questo martedì all'alba a Milano, durante un blitz della polizia. È un'italiana di origini kosovare, trasferitasi nel capoluogo lombardo da pochi mesi e radicalizzata già da tre anni.
Fervente sostenitrice dello Stato Islamico, aveva sposato a gennaio un 21enne miliziano kosovaro, parente di Kujtim Fejzulai, l'attentatore che il 2 novembre 2020 seminò il terrore a Vienna, uccidendo 4 persone e ferendone 23. Le indagini che hanno portato all'arresto della donna erano partite proprio dopo una segnalazione relativa al marito.
La giovane usava i social - in particolare Telegram - per fare propaganda, lanciando inviti ad arruolarsi tra le fila del califfato. Sul suo cellulare sono state ritrovate migliaia di foto e video riconducibili allo Stato Islamico. Tra queste anche la foto del kamikaze che il 26 agosto ha colpito all'aeroporto di Kabul e quelle del massacro di Charlie Hebdo, del 7 gennaio 2015. In rete esaltava lo Stato Islamico e offriva "regole di mutuo soccorso per le sorelle bisognose, quali il reperimento di uno ‘sposo’ che abbia abbracciato la Jihad", come si legge nell'ordinanza del gip.
B.T. aveva aderito all'associazione "Leoni dei Balcani", una rete internazionale composta da membri provenienti da Balcani Occidentali, Austria, Germania e Svizzera e che si ritiene sia affiliata all'Isis.
Negli ultimi mesi si era autoreclusa in casa uscendo solo due volte. Secondo gli inquirenti, voleva "isolarsi definitivamente dalla realtà occidentale in cui viveva, per non farsi contaminare degli occidentali".